Si chiama “Etruridelphis giulii” il genere di mammifero marino finora sconosciuto, di cui sono stati rinvenuti i fossili in terra senese. Un ritrovamento importante che ha suscitato interesse nelle cronache locali ma anche nella comunità scientifica internazionale. Lo studio del reperto è stato coordinato dal dottor Giovanni Bianucci, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’ateneo pisano ed è stato recentemente pubblicato in una rivista scientifica internazionale.
“Durante il Pliocene gran parte della Toscana era coperta dal mare – racconta Bianucci – e sul fondo di questo mare, nel corso di milioni di anni, si sono deposte ed accumulate le argille che oggi affiorano nelle colline della regione. I resti del cetaceo fossile sono stati scoperti nel senese, vicino a Pienza, proprio all’interno di questi sedimenti argillosi”.
La scoperta è avvenuta per caso, dal ritrovamento di un piccolo dente e di un frammento osseo che l’acqua piovana ha fatto emergere dal fango della campagna. Si tratta di uno scheletro incompleto appartenente a un giovane delfino lungo circa due metri. La carcassa del delfino si depositò circa 4 milioni di anni fa su un fondale profondo circa 200 metri, al margine esterno della piattaforma continentale.
Il delfino fossile è stato oggetto di uno studio multidisciplinare che si è avvalso anche dell’uso della tomografia assiale computerizzata realizzata presso l’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze che ha permesso di ricostruire in dettaglio l’anatomia del cranio. Il delfino è oggi esposto nel piccolo Museo Geopaleontologico del Gamps di Scandicci. Uno spazio espositivo realizzato nell’edificio della ex scuola elementare di Badia a Settimo, messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale di Scandicci.
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