Spezia: Matteo Venardi

Exit

a cura di G. Celsi

Gli individui contenuti, custoditi e trattenuti all’interno di questi varchi metallici, vuoti e riempiti della loro solitaria presenza sono sulla soglia della nostra realtà.

Una testa affiora da uno stretto passaggio, creato da un foro che oltrepassa la parete davanti a noi, e bordato da un grigio metallico argenteo. Ma il passaggio e’ troppo stretto perche’ possa passare altro oltre la nuca.
Il corpo e’ dietro la parete senza nessuna possibilità di superarla. Lo spazio e’ minimo, non c’e’ possibilità di azione.
L’unica possibilità di relazione con l’esterno e’ lo sguardo. Ma lo sguardo e’ rivolto verso il basso.
E’ il tempo del Pensiero Nero, che sovrasta la testa, si dilata nello spazio, si protende in avanti e contamina il grigio argenteo, virandolo al nero.

Di fronte invece il varco e’ diventato piu’ ampio ed e’ contornato da un grigio nero metallico. La ragazza all’interno e’ immobile, ma si spinge verso destra. Sotto di lei l’offerta. Un altro foro, orizzontale, custodisce in bilico una brocca bianca che conteneva la goccia nera che ha colpito il pezzo di marmo vagamente squadrato che e’ a terra. Quel nero che proviene dall’altrove ha segnato il marmo con una sorta di punto, di origine, di Incipit. C’e’ stata una contaminazione, una fecondazione. Ancora qualche goccia e il marmo sarà inevitabilmente corrotto da quel nero. E l’offerta sarà vana.

Piu’ in là, ancora un’ altra ragazza, in bilico . Il passaggio sembra permettere l’uscita. La feritoia aperta orizzontalmente nella parete e contornata dal grigio argenteo mette agevolmente in comunicazione i due spazi, quello in cui ci troviamo noi e l’altro a noi sconosciuto. Basterebbe spingersi ancora un po’ oltre.

In entrambi i casi il corpo occupa prepotentemente il passaggio. Perche’ non si decidono? Non c’e’ nessuno che le trattenga, nessuno che cerchi di fermarle. Qual e’ allora l’ostacolo? Cos’e’ che le trattiene li’, in bilico? In entrambi i casi ognuna di loro e’ attanagliata dalla necessità di essere contenuta da questa sorta di contenitore che diventa per loro un grembo. E’ come se avessero ritrovato l’esiguo spazio che le aveva generate. Giunte al centro del bordo metallico hanno avuto la precisa sensazione dell’immobilità. In quell’attimo che le blocca e che loro bloccano in totale sospensione c’e’ una sorta di unità tra l’essere e il nulla. Nell’Incipit. Ma l’incipit, l’inizio, e’ ancora il nulla. Questo e’ segna e determina la propria presenza feconda. E’ come se il vuoto fosse attivo.
Viviamo perennemente in bilico tra due attimi che si succedono. Inesorabilmente. Viviamo sulla soglia di infinite possibilità che si aprono davanti a noi ed ogni scelta comporta una successiva domanda di azione. Ciclicamente.
*L’unica via di uscita e’ nella tensione generata nella sospensione ininterrotta dell’istante dell’ Incipit.

Inaugurazione Venerdi’ 08 Maggio alle ore 17.30

Galleria d’Arte Contemporanea 911
via Del Torretto, 48 – La Spezia
Ingresso libero

 

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Spezia: Matteo Venardiultima modifica: 2009-05-08T12:39:34+02:00da minobezzi1
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