L’università di Pisa ha acquisito nove manoscritti di Enrico Fermi, scritti in età giovanile, che documentano l’evoluzione dello scienziato tra il 1921 e il 1924.
I documenti provengono dall’archivio privato della famiglia Lischi e sono stati donati all’ateneo grazie al sostegno del Club Lions di Pisa Certosa e di un pool di aziende. Nel 1918 Enrico Fermi aveva superato l’esame per entrare alla Scuola Normale e si era trasferito a Pisa per frequentare i corsi tenuti nell’istituto di Fisica di Piazza Torricelli.
Ancora studente, nel 1921 scrisse i suoi primi lavori su temi di elettromagnetismo, che furono pubblicati sulla rivista ‘Nuovo Cimento’ della Società Italiana di Fisica. Sono questi i due manoscritti più antichi acquisiti dall’università, mentre altri due sono legati al suo lavoro di tesi del 1922, i cui risultati furono presentati sempre sul ‘Nuovo Cimento’.
Seguono quindi altre due pubblicazioni nell’ambito della meccanica analitica, per concludere nel 1924 con alcuni lavori fondamentali sulla meccanica quantistica. “Tutti i manoscritti – spiega Giuseppe Pierazzini – sono stati ritrovati a Pisa e sono in ottimo stato. Appaiono scritti di getto, con poche correzioni e con scrittura ferma e decisa”.
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