Saggio
Le parole scolpite
dei contadini-soldati
I«Ospedale da campo 97
(…). E’ il 23 ottobre 1915 e Giacomo
vuole informare la moglie
di quanto gli è accaduto
senza spaventarla. (…) Usa la
mano ferita e manifesta con
l’espressione “Colla stessa mano
che mi son ferito” la grande
forza d’animo che solo i
contadini soldato possiedono
». Così Donato Bosca nell’introduzione
al saggio che analizza
la forza, la potenza della
parola scritta dalle «classi subalterne
» tra inizio e metà del
1900. Quel soldato di cartoline
alla famiglia ne scrisse quattro
prima di morire. Belle, importanti
e conservate come
gioielli, come testamento morale
di un grande uomo. Donato
Bosca: «La voce umana dei
nostri giorni non ha questa potenza.
Dispersa su un cavo o
addomesticata da una tastiera,
mediata da un microfono,
videoregistrata ed esaltata
dalle immagini».
Gianni Martini,
La Stampa, domenica 14 giugno.
TITOLO: COLLA STESSA MANO CHE SON FERITO…
AUTORE: DONATO BOSCA
EDITORE: PRIULI&VERLUCCA
COLLANA: QUADERNI DICIVILTÀ E CULTURA PIEMONTESE
PAGINE: 208 PREZZO: E 19,5