Arezzo: Gino Paoli

Non un cantante melodico classico, ma un cantautore che lavora da intellettuale con la melodia e tende ad evitare la rima baciata. Anche se di cuore e mare Gino Paoli, nato a Monfalcone 75 anni orsono e genovese d’adozione, ha sempre parlato e cantato.
Una voce atipica nella canzone degli anni sessanta, quella di Paoli, che si impose (in un mondo musicale pop composto allora esclusivamente da urlatori) grazie alla forza dei suoi testi più che a quella della sua voce. La Gatta, Il Cielo in una Stanza, Senza fine, Sapore di Sale, Che cosa c’è, sono pezzi rimasti nella storia della musica leggera italiana. Ma Paoli, che ha conosciuto alti e bassi in carriera e nella vita (nella sua biografia compare anche un tentato suicidio, con tanto di colpo di pistola al cuore mancato e pallottola ancora incorporata nel petto), non è mai scomparso dalla scena e ha sempre saputo rinnovare il suo successo con uscite irregolari nel tempo, ma felici nei contenuti. Ieri si è presentato al pubblico aretino, nella sua unica data toscana, per un concerto incentrato sul suo nuovo album (uscito dopo cinque anni dal precedente) intitolato “Storie”. Il CD è appunto una raccolta di dodici storie brevi, raccontate a suo modo dall’ormai vecchio felino della musica italiana. Gran concerto di uno "scandaloso" Gino Paoli all'Anfiteatro Romano di ArezzoSi tratta di un album nel complesso buono, dove le vette più alte arrivano con “Il Nome”, una canzone d’amore dedicata ad una donna della quale non si pronuncia appunto il nome; ma soprattutto con “Due Vite”, un brano/teoria che indica come preferibile l’idea di vivere una vita piena di errori, e quindi umana, rispetto all’opportunità di percorrerne una seconda nella quale avere la possibilità di non sbagliare grazie all’esperienza.
Ma il CD è salito alla ribalta delle cronache anche e soprattutto perché contiene Il Pettirosso, un brano che racconta di uno stupro perpetrato da un settantenne pazzo nei confronti di una bambina appena divenuta donna (aveva gli occhi come un pettirosso… Undici anni e mezzo…) . L’uomo muore d’infarto compiendo la violenza (“con cattiveria”) e la bimba “con le manine gli accarezzò la faccia..”.
Apriti cielo, il testo ha procurato a Paoli anche una convocazione da parte della commissione parlamentare per l’infanzia e una serie di giudizi drastici da parte di coloro che Paoli chiama i “benpensanti”, scandalizzati dalla comprensione che il cantante mostra nei confronti del pedofilo stupratore di turno.
Lui si difende, dicendo che il pezzo altro non è che un modo per dire che “anche l’essere umano peggiore può essere compreso; non giustificato, ma compreso e perdonato, come fa la bimba di fronte alla morte”. Lo dice in un momento in cui “si tende troppo spesso a cercare dei colpevoli e condannare senza cercare di capire”.
Chi scrive ha una figlia di undici anni e mezzo, appena divenuta “donna” e sinceramente non è rimasto indifferente durante l’ascolto del brano; ma l’espressione artistica non si giudica, la si apprezza o meno, la si interpreta a proprio modo, la si vomita anche, magari, ma non la si giudica. L’unica perplessità nasce dal fatto che una “piccola donna” possa ascoltare questo brano e rimanerne turbata, non riuscire a comprenderlo.Gran concerto di uno "scandaloso" Gino Paoli all'Anfiteatro Romano di Arezzo
Ma il concerto aretino (tenutosi ieri nella splendida cornice dell’anfiteatro romano) è stato anche altro, infatti dopo quaranta minuti di nuove canzoni, Paoli (accompagnato da 7 bravi musicisti) si è prodotto in una rispettosa rivisitazione dei suoi brani di cinquant’anni di carriera. Il pubblico ha più volte cantato con lui le canzoni di una vita, trascinato dal ricordo e da una voce ancora più che potente. Il culmine del coinvolgimento l’ha prodotto “Questa lunga storia d’amore” (forse la canzone più bella del repertorio di un mostro sacro della nostra canzone) seguita da “Ti lascio una canzone”.
Che dire del triplo bis con Senza Fine e Quattro amici al bar? Davvero chi non c’era (ma eravamo più di mille) si è perso qualcosa…

arezzonotizie 

 

Arezzo: Gino Paoliultima modifica: 2009-06-29T08:45:44+02:00da minobezzi1
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