Livorno: Partono i lavori allo scolmatore d’Arno Pontdera-Livorno

Cominceranno nel 2010 i lavori per la sistemazione del canale scolmatore d’Arno che diventerà nel giro di pochi anni una nuova via per il trasporto delle merci dal porto di Livorno verso l’interno della regione, in particolare verso l’interporto di Guasticce e l’autoparco del Faldo. E’ quanto annunciato oggi a Livorno nel corso del convegno ‘Toscana, piattaforma logistica’ .

Il canale scolmatore collega già Pontedera (Pisa) alla costa livornese e i lavori in programma lo renderanno più profondo (circa 3,5 metri) per aumentarne la capienza idrica del 40% in caso di piene dell’Arno e, allo stesso tempo, renderlo navigabile. “Il canale scolmatore d’Arno – ha detto l’assessore regionale a trasporti e infrastrutture Riccardo Conti – sarà uno dei nuovi soggetti di questo sistema infrastrutturale, con la caratteristica peculiare di assolvere contemporaneamente a due compiti: quello di abbassare fortemente il rischio idraulico connesso alle piene dell’Arno, e di diminuire l’ingombro di camion e Tir sulle strade della costa e sulla Fi.Pi.Li”.

Il progetto prevede la sistemazione del canale per un tratto di circa 14 km e una volta a regime lo scolmatore vedrà transitare, ogni anno, numerose chiatte che trasporteranno 144 mila auto, 68 mila container e 9 mila cisterne. Dal convegno è emerso che la Toscana ha ottime potenzialità sul fronte del trasporto marittimo ma deve rafforzare il suo ruolo all’interno della rete dei collegamenti transnazionali e nel sistema logistico internazionale. Secondo Irpet in particolare, il porto di Livorno movimenta il 4,7% del traffico italiano di merci (più di 24,5 milioni di tonnellate nel 2006) ed è posizionato al secondo posto per flussi dopo Genova e al quarto per traffico container (oltre 745 mila nel 2007) dopo Gioia Tauro, Genova e La Spezia.

Il trasporto marittimo contribuisce per il 12% al Pil dei sistemi economici locali della costa toscana (Livorno,Carrara e Piombino), con un valore aggiunto di 1028 milioni di euro e 16 mila unità di lavoro. L’importanza dell’economia del mare è però legata secondo Irpet anche alla capacità di diversificazione produttiva come ad esempio la cantieristica, a un maggiore sviluppo dimensionale delle aziende in grado di facilitare economie di scale, e alla capacità di offrire servizi avanzati, infrastrutture e accessibilità ai porti.

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