Pratto: Torna il cardato (ma senza CO2)

 
«Avevamo presentato al Pitti Filati di gennaio la fibra rigenerata CO2 neutral, riscuotendo un grande interesse sia da parte delle aziende che della stampa specializzata – commenta Carlo Longo  presidente della Camera di Commercio di Prato – Le imprese del territorio ci hanno chiesto di garantire anche la presenza di rigenerato all’interno dei tessuti, per rispondere alle esigenze di una clientela che è sempre più attenta verso questo aspetto. E’ nato così questo marchio, con il quale le aziende possono dimostrare ai propri clienti il doppio virtuosismo della loro produzione (Co2 neutral + rigenerato) anche grazie alla garanzia di un soggetto terzo come la Camera di Commercio di Prato».
 
Partner dell’iniziativa è il Consorzio per la valorizzazione e la tutela dei prodotti tessili cardati, che ha collaborato all’individuazione delle aziende della filiera-tipo sulle quali è stata sperimentata l’operazione, con la consulenza di Prima Q. La validazione delle emissioni di CO2 prodotte nel ciclo di lavorazione del cardato è stata affidata a Tuv Italia, l’autorevole ente di certificazione ed ispezione filiale della società tedesca Tuv Sud che per la prima volta ha sperimentato questo percorso per il settore tessile proprio per il cardato pratese.
 
«Il percorso di certificazione non è complicato e le aziende che lo hanno sperimentato hanno dovuto fare uno sforzo per tracciare la propria produzione e la loro filiera di riferimento, ma sono riuscite a portare a termine il percorso senza grossi problemi – aggiunge Longo – Altre imprese sono già pronte a chiedere la certificazione; credo che la tempestiva risposta che siamo riusciti a dare ad un’esigenza mostrata dal mercato potrà rappresentare un interessante vantaggio competitivo. Adesso vediamo come risponderà la clientela di Premiere Vision».
 
Le aziende. Per arrivare allo studio del regolamento di rilascio del marchio e alle prime certificazioni, è stato necessario avviare una prima fase sperimentale con alcune aziende che si sono mostrate disponibili e che erano state segnalate dalle 8 aziende produttrici di lana rigenerata che sono state protagoiniste della prima fase del progetto e dal Consorzio per la valorizzazione e la tutela dei tessuti tessili cardati.
Le 3 aziende che hanno realizzato le prime collezioni di tessuto sono: Lanificio Fratelli Balli, Lanificio Nello Gori, Lanificio Mario Fiaschi.
 
Prossimamente. Nelle prossime due settimane la Camera di Commercio di Prato pubblicherà un bando rivolto a tutte le imprese del territorio interessate per ampliare il numero di aziende certificate, sostenendo una parte dei costi necessari all’inserimento nel percorso di certificazione.
 
Caratteristiche del marchio. Per fregiarsi del marchio Cardato Regenerated CO2 neutral i tessuti devono essere: prodotti all’interno del distretto pratese; realizzati con almeno il 70% di materiale riciclato (abiti o scarti di lavorazione tessile); avere contabilizzato le emissioni di CO2 e avere acquistato dalla Camera di Commercio i crediti di emissione corrispondenti al volume di produzione di cui si vuole annullare l’impatto. I certificati vengono rilasciati su singoli lotti di produzione, per permettere alle aziende di annullare solo le emissioni dei tessuti effettivamente venduti.
 
Trasparenza. Dalla prossima settimana su una sezione appositamente dedicata del sito della Camera di Commercio sarà possibile conoscere le aziende che hanno ottenuto il marchio con i nomi degli articoli che sono stati oggetto della certificazione, a tutela anche degli acquirenti, che in questo modo potranno avere una ulteriore garanzia di trasparenza.
 
Il cardato. Ogni anno a Prato vengono riciclate 22 mila tonnellate di stracci, che vengono lavorati con la tecnica della cardatura. I filati sono prodotti con l’impiego di fibre vergini o ottenute dal riciclo di tessuti o dai ritagli di maglieria, sia nuovi che usati. La caratteristica di questa lavorazione è l’utilizzo di fibre corte e anche non omogenee, che vengono miscelate tra loro per creare le più diverse composizioni.
 
Il carbon neutral. Il termine carbon neutral viene usato per descrivere lo stato in cui le emissioni di CO2 sono state annullate e compensate dall`acquisto di credito carbonico (contribuendo al rimboscamento di alcune aree del pianeta o con il finanziamento di progetti con fonti energetiche rinnovabili). In questa prima fase la scelta di acquistare crediti sul mercato è quella che permette di raggiungere l’obiettivo finale più velocemente. Le successive fasi del progetto prevedono invece di stimolare le aziende a mettere in campo processi virtuosi per diminuire le proprie emissioni già in fase di produzione.
 
Il calcolo della CO2. Deve essere effettuata l’analisi delle prestazioni energetiche delle strutture e delle attività dell’azienda con l’obiettivo di valutare il consumo di energia e le immissioni di CO2 che il processo produttivo scarica nell’ambiente. Per fare questo è necessario raccogliere i dati sui consumi energetici dell’azienda, sull’utilizzo dei materiali, sui trasporti della merce e dei dipendenti. Tutto questo lavoro è stato fatto sulle aziende che hanno preso parte al progetto, per arrivare alla misurazione delle emissioni prodotte dalla loro attività; il dato così ottenuto, valicato da Tuv Italia, potrà essere quindi annullato con l’acquisto dei crediti.

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Pratto: Torna il cardato (ma senza CO2)ultima modifica: 2009-09-09T12:07:00+02:00da minobezzi1
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