Cortona (AR): Biomasse dall’Africa?

Mentre ad Arezzo è iniziata la tre giorni sulle Agrienergie, appuntamento di approfondimento e discussione su un comparto che dovrebbe fornire opportunità di sviluppo per l’agricoltura, a pochi chilometri di distanza, a Cortona, è in corso una discussione su un’applicazione molto discutibile proprio in questo settore.

All’amministrazione comunale sono pervenute sei domande di autorizzazione per nuove centrali a biomasse per la produzione di energia elettrica, da localizzare in un unico capannone. Ogni micro-centrale ha una potenza di 0,256 MWe (megawatt elettrici), quindi si tratta di piccoli impianti ma non tanto piccoli da poter essere realizzati con una semplice presentazione di una Dia edilizia (Dichiarazione inizio attività) al comune.

Infatti per impianti oltre gli 0,250 MWe è necessaria l’autorizzazione della provincia. La nota dolente è rappresentata dal “carburante” con cui vengono alimentate queste centrali: si tratta di olio di palma. Alla notizia, l’amministrazione comunale di Cortona, già alcuni mesi fa in Conferenza dei servizi, aveva chiesto chiarimenti alla società proponenti che avevano specificato che l’olio di palma sarebbe stato utilizzato solo in una prima fase di due anni per passare quindi all’utilizzo di olio di Jatropha curcas (una pianta tossica usata spesso come recinzione per proteggere orti e giardini dagli animali), proveniente dalla Nigeria.

Correttamente in base a quel che è dato sapere, comune e provincia si sono informati sulle emissioni in atmosfera derivanti dalla combustione di questi oli vegetali sia ai fini di produzione di C02, sia rispetto ai potenziali effetti inquinanti con eventuali ricadute sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini. Dalle verifiche che sono state effettuate pare che non ci siano rischi riguardanti gli aspetti ambientali, edilizi, di salute e sicurezza. Quindi la stessa Conferenza dei servizi ha espresso il proprio assenso, e la provincia ha dato l’autorizzazione insieme ad una serie di prescrizioni. Quando si autorizza un’attività industriale o agricola che sia, in cui sono previste combustioni e si emettono fumi in atmosfera la verifica dei potenziali inquinanti e pericoli per la salute sono ovvie da fare e previste dalla normativa.

Ma il punto che ci pare non venga colto è quello della sostenibilità della produzione che deve interessare tutta la filiera. Le agrienergie e biocombustibili possono rappresentare un valore aggiunto in termini anche di profitto rispetto alle produzioni food per il settore agricolo, ma è necessario chiudere i cicli attraverso filiere corte, anche con utilizzo dell’energia ricavata nella stessa azienda che ha fornito ramaglie e scarti di produzione, cioè la materia prima per la combustione.

Far venire da altri continenti i cosiddetti biocarburanti per alimentare gli impianti, ci pare che infici lo stesso concetto di sostenibilità nel vero senso del suo significato e anche nel piano energetico regionale le indicazioni sono chiare: incentivare le centrali a bimoasse del territorio, cioè a filiera corta, in un raggio di 70 chilometri. esattamente il contrario di quello che sta avvenendo a Cortona.

Nell’analisi devono essere considerati non solo gli aspetti economici ma anche quelli sociali e ambientali nel luogo di utilizzo e in quello di produzione delle materie prime, cercando di tenere questi due luoghi fisici più vicini possibile, altrimenti si rischia di causare altri impatti e costi che non devono essere esternalizzati.

greenreport

Cortona (AR): Biomasse dall’Africa?ultima modifica: 2009-11-06T17:57:50+01:00da minobezzi1
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