Grosseto: Banche e imprese? rapporti solidi

Nonostante la crisi, il rapporto banche-imprese in provincia di Grosseto regge. Lo assicura l’indagine su 207 aziende locali effettuata dall’Osservatorio sul credito realizzato dalla Camera di commercio. I dati sono stati presentati ieri mattina nella sala contrattazione con un margine d’anticipo di circa 15 giorni rispetto agli scorsi anni, “perché – spiega il presidente della Cciaa, Gianni Lamioni – l’Osservatorio è uno strumento privilegiato, al pari dell’indagine congiunturale, per comprendere le dinamiche effettive del territorio e poter quindi calibrare gli interventi su quei dati”.

Peccato, però, che ieri in sala contrattazioni hanno brillato per assenza amministratori pubblici della quasi totalità dei Comuni, la Provincia, i tre parlamentari maremmani, i quattro consiglieri regionali come se la questione del rapporto tra imprese e credito non richiedesse un’attenzione corale e l’esigenza di calibrare, sui dati forniti, anche le politiche di bilancio… Cosa va “In Maremma la stretta creditizia non c’è stata”, afferma Lamioni sciorinando cifre che dimostrano come, tutto sommato, la qualità delle relazioni banche-imprese resti sostanzialmente soddisfacente e come anche negli ultimi, difficilissimi mesi i fidi hanno continuato ad essere assicurati, anche grazie al prezioso lavoro – sul piano delle garanzie – svolto dai Confidi delle varie associazioni di categoria. Il 66,7% delle aziende si serve prevalentemente di un solo istituto di credito mentre solo il 5,8% ha rapporti con almeno tre istituti. Banche che in Maremma proprio non mancano. Gli sportelli sono 159 con un incremento del 20% negli ultimi sei anni e con dieci nuove aperture fra il 2007 e il 2008. Estremamente positivi anche il livello dei depositi, che nel 2008 hanno raggiunto quota 3 miliardi di euro (di cui 2,2 miliardi bancari e 700 milioni postali): nel 2002 quelli bancari si fermavano a 1,7 miliardi. Altrettanto positivi gli impieghi, che hanno raggiunto i 4 miliardi e mezzo di euro (nel 2002 erano 2,5 miliardi). Una crescita complessiva che è andata in parallelo con la crescita del Pil provinciale.

In questo contesto, il 50,3% delle imprese intervistate considera adeguato il credito erogato e il 48% ha lo stesso giudizio per quanto riguarda i servizi offerti dagli istituti di credito, tanto che per il 64,3% il monte fidi erogato è considerato sostanzialmente stabile rispetto a fine 2008, mentre addirittura per il 20% (a livello nazionale si ferma all’11%) è aumentato e solo per il 9,5% si è contratto. In Maremma, nel corso dell’anno, il 66,1% delle aziende ha beneficiato di una linea di credito aperta con un banca, in linea con le percentuali regionale e nazionale, mentre il 60% di quel terzo di imprese che non hanno attivato credito non lo ha fatto perché non ha avuto necessità di risorse. Questi dati giustificano la convinzione con cui le aziende maremmane considerano, al 90%, il ruolo delle banche nelle prospettive di sviluppo del territorio “indispensabile” o comunque “molto importante”. A rafforzare questa convinzione anche il fatto che il 36% di imprese “giovani” (cioè aperte negli ultimi sei-sette anni) ha ricevuto credito dalle banche. Cosa non va Cos’è, allora, a non funzionare ancora nel rapporto tra imprese e istituti di credito? In particolare, le imprese si lamentano per i tempi troppo lunghi con cui viene erogato il credito, per i costi e per gli oneri accessori. Ma anche per i tassi di interesse che, nonostante la discesa degli ultimi mesi, restano ancora alquanto variabili a causa della instabilità dei mercati internazionali.

Gli insoddisfatti sono il 43,7% delle imprese che hanno aperto una linea di credito. C’è infine un clima di “scontentezza” diffusa anche per il livello di garanzie che vengono richieste dalle banche per elargire un prestito. Non meno critico l’aumento – da parte delle banche – delle richieste di rientro, che hanno raggiunto un imprenditore su tre. A sentire di più la combinazione di questi elementi negativi sono il comparto dell’edilizia (che sconta un rallentamento del mercato immobiliare, ma anche degli investimenti nel settore dei lavori pubblici) e il commercio. Dove va il credito Per sette imprese su dieci e per otto banche su dieci i fidi assolvono fondamentalmente ad esigenze di liquidità, mentre nel 60% dei casi il credito viene negato per carenza di garanzie fornite dalle aziende e addirittura nel 70% per l’inadeguatezza dei loro bilanci. In provincia di Grosseto aumentano, fra l’altro, anche le sofferenze, che hanno raggiunto quota 146 milioni di euro, superiore alla media nazionale e regionale. Una cifra che non spaventa il presidente della Camera di commercio: “L’aumento delle sofferenze è attribuibile allo scarso livello di cartolarizzazioni”, dice Lamioni in riferimento al fatto che nel terriotorio maremmano le imprese sono per lo più piccole o piccolissime. Nonostante tutto, quindi, il rapporto regge perché i cordoni della borsa non sono stati chiusi in modo rigido. I prossimi mesi saranno utili a capire se ulteriori modifiche sul versante dei costi e delle commissioni bancare potrà determinare effetti sull’andamento complessivo, visto che oggi sono le vere “note stonate”

Giacomo D’Onofrio per corrieredimaremma

Grosseto: Banche e imprese? rapporti solidiultima modifica: 2009-12-01T15:44:57+01:00da minobezzi1
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