Lucca: Eikoh Hosoe

fino all’8.XII.2009
Eikoh Hosoe
Lucca, Villa Bottini

Un legame profondo con due personaggi straordinari: lo scrittore Mishima e il danzatore Hijikata. Interpretare i loro sguardi e guardare i loro movimenti è la fonte ispiratrice delle sue foto più intense…

 

 

Che  tra i due ci fosse un’amicizia consolidata nel tempo era lampante quando, sul palcoscenico del Teatro Giglio, Giuliana Scimé introduceva il lavoro di Eikoh Hosoe (Yonezawa, 1933; vive a Tokyo), mostro sacro della fotografia giapponese. Simpaticissimo fuori programma lo sketch di Hosoe, quando “entra” nelle proprie immagini proiettate sullo schermo, dando vita a un gioco di ombre cinesi, o come quando – felice come un bambino – scatta foto al pubblico con la nuova Leica donatagli dal Lucca Digital Photo Fest come Award 2009.
Una delle sue icone, perfetta in fatto di equilibrio formale e di sottosuolo di fremiti, è il ritratto di Yukio Mishima con la rosa tra le labbra (1961). “Ho scelto la rosa perché è bella, ma ha le spine”, afferma Hosoe.
Nelle sue straordinarie fotografie – connotate da una forte valenza psicologica e costruite esasperando i contrasti bianco/nero, che danno vita a zone di indefinito e di enigma – c’è sempre un riferimento alla vita e alla morte. A chiusura di Ba-ra-kei (Ordeal by Roses), il libro considerato il testamento di Mishima (1925-1970), che si suicidò come un samurai, c’è una foto in cui lo scrittore è rannicchiato sul divano dalla parte sinistra, mentre sulla destra c’è un neonato.

Per il fotografo, la vita comincia dalla morte e finisce con la nascita. Anche nello scatto del 2005 della serie Butterfly Dream, che inquadra il centenario Kazuo Ohno (creatore della danza Butoh insieme a Tatsumi Hijikata), c’è un bebé di un mese e mezzo, nudo e sorridente, sdraiato sul corpo del bisnonno.
Ospite d’onore di questa quinta edizione di Lucca Digital Photo Fest, Hosoe per la sua mostra Estasi e memorie: nuovi ‘scrolls’, antologica 1960-2005 ha ideato un allestimento con stampe digitali su carta washi (fatta a mano secondo i procedimenti tradizionali), che si ispira ai rotoli su cui fu trascritto il primo romanzo dell’umanità: Il racconto di Genji (1001-1005).
Nelle cinque sale del piano nobile di Villa Bottini, oltre alle fotografie che ritraggono il grande scrittore nella sua abitazione di Tokyo, ci sono anche i sensualissimi scatti di Man and Woman; la natura ritrovata di Kamaitachi, un flashback nell’immaginario infantile di Hijikata, nutrito di fantasie e leggende. Quanto ai kimono, non si tratta solo di fotografare un indumento, ma di raccontarne i suoi codici simbolici e rituali: ci sono infatti kimono indossabili solo da fanciulle da marito, altri da vedove o donne sposate, sigilli di famiglia… Insomma, un fitto linguaggio non verbale.

Molto più esplicita la citazione delle stampe erotiche giapponesi, proiettate sui corpi in movimento dei danzatori Butoh, negli Asbestos Dance Studio di Tokyo (Ukiyo-e Projections).
Intorno al corpo umano, quindi, ruota tutta la poetica di Hosoe che, anche quando si sofferma (sempre in bianco e nero) sui dettagli dell’architettura di Gaudí, di cui è un grande ammiratore, sa catturarli come fossero corpi nudi e sinuosi, da cui trapela una grande carica vitale.

 manuela de leonardis

dal 14 novembre all’otto dicembre 2009
Eikoh Hosoe – Estasi e memorie
a cura di Giuliana Scimé
Villa Bottini
Via Elisa – 55100 Lucca
Orario: da lunedì a venerdì ore 15-19.30; sabato, domenica e festivi ore 10-19.30
Ingresso: € 6
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 05835899215; www.luccadigitalphotofest.it

[exibart]

Lucca: Eikoh Hosoeultima modifica: 2009-12-04T12:13:00+01:00da minobezzi1
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