Forte dei Marmi (LU): Il Piave mormorava…..

Continua il viaggio del Museo della Satira di Forte dei Marmi nella storia della caricatura al tempo della Prima Guerra Mondiale: così dopo aver esplorato, lo scorso anno, la satira precorritrice e geniale di Jean Cocteau e Paul Iribe sul bellissimo «Le Mot» (1914-1915), approda adesso nelle sale del Museo un’ampia panoramica su quella che fu l’intera produzione satirica d’impronta giornalistica, pubblicistica e iconografica durante gli anni della Grande Guerra.

Anni di battaglie e dolore, ma anche di uso della parola e dell’immagine comico-satirica per tener vivo nelle truppe schierate – durante le immense attese di una lunga guerra di posizione e di trincea – lo spirito di corpo e i sentimenti nazionalistici.

Dopo la sconfitta di Caporetto il Governo italiano, che fino a quel momento si era completamente disinteressato dei giornali di guerra, sentì la necessità di intervenire con azioni di propaganda diretta tra le file dei soldati. Fu costituito un apposito Ufficio presso il Comando Supremo (il Servizio P), con l’incarico di diramare le linee guida di un’azione informativa diretta ai soldati e con l’intento di risollevarne lo spirito. Dal giugno 1918 presero vita così un buon numero di giornali di trincea, redatti da giornalisti-soldati per i soldati. Secondo l’inventario fatto dall’Archivio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, vennero regolarmente spedite al fronte 28 testate destinate alle prime linee, 10 diffuse nelle retrovie e nelle città, altrettante all’estero.

Naturalmente i giornali erano diversi l’uno dall’altro, settimanali o mensili, più popolari o colti, sciatti o eleganti, talvolta a colori e con fior di illustrazioni. Vi collaborarono molte firme illustri come Gaetano Salvemini, Emilio Cecchi, Ardengo Soffici, Giorgio De Chirico, Pietro Jahier, Giuseppe Ungaretti, Curzio Malaparte, Salvator Gotta, Grazia Deledda, Enrico Sacchetti, Umberto Brunelleschi, Antonio Rubino, Aldo Zamboni, Mario Bazzi e moltissimi altri. Pezzi e immagini puntavano a rialzare il morale: rebus, barzellette, consigli pratici, sport, poesia, ma anche satira per irridere e malignità per denigrare il nemico o descrizioni tanto crude quanto fantasiose sui maltrattamenti ai prigionieri. Ogni Armata aveva il suo foglio, come pure enti o reparti minori: lo scrittore Jahier con il settimanale L’Astico, si occupava degli alpini della I Armata, per la III si pubblicava La Tradotta, realizzato da uomini del Corriere della Sera, la IV aveva La Ghirba, diretta da Soffici. E così La Marmitta, Il Grappa, il San Marco e molti altri che costituiscono in chiave satirica una fenomenale testimonianza di quel periodo.

In mostra saranno proposte ben 53 testate di trincea e delle retrovie che daranno un panorama estremamente variegato di questo fenomeno editoriale e storico che riassume stilemi e immagini della propaganda di guerra, in anni in cui la stampa, dal ciclostilato al giornale di tipografia, era tutto quello di cui si disponeva. Verranno inoltre proposti i rarissimi giornali di propaganda austriaca, foglietti stampati con i titoli più famosi dei giornali di trincea italiani (la Tradotta, La Ghirba, La Giberna ecc.) contenenti però notizie artefatte per scoraggiare i soldati italiani verso i quali venivano letteralmente sparati nelle trincee.

loschermo

Forte dei Marmi (LU): Il Piave mormorava…..ultima modifica: 2009-12-19T09:55:26+01:00da minobezzi1
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