………e ancora Scandicci (FI): Saverio Strati

“Ho appreso con piacere che è stata applicata la legge Bacchelli per Saverio Strati – ha detto il primo cittadino Simone Gheri – è un riconoscimento importante per la sua dignità di persona e di artista, e rende merito al valore della sua opera. E’ il risultato dell’impegno della nostra città, che lo ospita da tanti anni, e di molti intellettuali e politici della sua Calabria, che per lui si sono mossi negli ultimi anni”. Lo scorso luglio al Teatro Studio di Scandicci il regista Giancarlo Cauteruccio ha messo in scena la novella di Strati “Il ritorno del soldato”, in collaborazione con Scandicci Cultura, il Comune di Scandicci e l’Amministrazione provinciale di Cosenza; lo spettacolo è poi andato in tournèe nazionale.

Saverio Strati, Premio Campiello 1977, si è imposto all’attenzione del mondo letterario del ‘900 italiano e ha saputo esprimere con sottile sensibilità e alto linguaggio il dolore e la fatica della gente di Calabria e del Sud dell’Italia, con una testimonianza militante della dolorosa condizione degli emigranti.

Biografia
Saverio Strati nasce a Sant’Agata del Bianco il 16 agosto 1924. Interrompe gli studi dopo il conseguimento della licenza elementare per intraprendere il mestiere di muratore, pur continuando a coltivare la sua passione per lo studio e la lettura. Legge in questi anni le opere della cultura popolare, il Quo Vadis, i romanzi di Dumas, I Miserabili di Hugo.

Al termine della seconda guerra mondiale, riprende finalmente gli studi interrotti a undici anni. Grazie all’aiuto finanziario di uno zio che risiedeva negli Stati Uniti, inizia a prendere lezioni private da alcuni professori del Liceo Galluppi di Catanzaro. Scopre e si appassiona alla lettura di grandi scrittori come Croce, Tolstoj, Dostoevskij, Verga. Nel 1949 consegue la licenza liceale classica e si iscrive all’Università di Messina; inizialmente, per assecondare la volontà dei genitori, segue le lezioni di Medicina, ma dopo un breve periodo passa alla facoltà di Lettere. Decisivo è l’incontro con il critico letterario Giacomo Debenedetti che in quegli anni insegnava a Messina, e del quale Strati segue le lezioni su Svevo e su Verga.

Spinto da un compagno di studi, nel ’53 fa leggere il proprio racconto La Marchesina a Debenedetti, che esprime immediatamente un giudizio favorevole. Incoraggiato da questo ed altri pareri autorevoli, Strati inizia a riordinare i primi racconti che andranno a formare il volume La Marchesina, e che Debenedetti stesso porterà l’anno successivo ad Alberto Mondadori, a Milano. Inizia inoltre la stesura del suo primo romanzo La Teda. Nel ’53 si trasferisce a Firenze per preparare la tesi di laurea sulle riviste letterarie del primo ventennio del novecento. Compaiono i primi racconti sulle riviste Il Ponte, Paragone, e sul quotidiano Il Nuovo Corriere. Finisce di scrivere La Teda e inizia il secondo romanzo, Tibi e Tascia. Nel 1958, dopo aver sposato una ragazza svizzera conosciuta a Firenze, si trasferisce in Svizzera, dove vive fino al 1964. Qui scrive i romanzi Mani Vuote e Il Nodo e molti racconti. Dal soggiorno in Svizzera, che Strati considera come una svolta nella sua narrativa, nasce anche il romanzo Noi Lazzaroni, pubblicato nel 1972. Dal 1964 vive a Scandicci.

………e ancora Scandicci (FI): Saverio Stratiultima modifica: 2009-12-22T08:43:29+01:00da minobezzi1
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