Pietrasanta (LU): Claudia Cei

Su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta (LU) prosegue fino al 4 febbraio alla Sala dei Putti del Chiostro di Sant’Agostino, la mostra “CatARSi”, a cura di Alice Barontini, in un allestimento di grande livello con ventidue quadri e sette sculture di Claudia Cei.
La prima parte della Sala dei Putti offre al visitatore quattro dipinti su tela e due su lamiera del periodo delle Forze Perenni, quando il soggetto d’elezione della ricerca di Claudia erano catene arrugginite e schiavetti, gabbie per uccelli e trappole per topi. Soggetti che imprigionano il corpo ma che più propriamente esprimono il disagio dell’anima e il desiderio di rompere questi legami, sottolineato dall’unione di due tele o pannelli di ferro che sono il supporto su cui la pittrice realizza i propri dipinti di grandi dimensioni ad olio ed acrilico.
Due sculture in bronzo indicano l’ingresso della seconda sala: una Minotaura, disinvolta con una tavolozza in mano, e un Minotauro che si copre il volto in atteggiamento quasi imbarazzato.
Entrano così in gioco nuovi vincoli da spezzare con lacci di una Camicia di forza e cinghie di una sedia elettrica (il cui titolo riprende El sueño de la razón produce monstruos della serie di acqueforti Los Caprichos di Goya), una ghigliottina e un corpo di Ermafrodito che con un gesto approssimativamente vezzoso sembra interrogare lo spettatore sul suo essere uomo o donna.
Nel proseguimento del percorso di purificazione catartica ci accompagna il mito del Minotauro e del Labirinto in una rivisitazione del tutto personale a cui l’artista è giunta dopo una lettura, a suo dire “fulminate”, di Los reyes di Julio Cortázar. Estremamente particolare e di carattere il riproporre opere considerate pietre miliari della storia dell’arte come i ritratti dei Duchi di Urbino e dei Coniugi Arnolfini di grandi Maestri come Piero della Francesca e Jan van Eyck: un’operazione audace e più che riuscita, capace di dimostrare il vero talento dell’autrice e che svela l’ARS evidenziato nel titolo della mostra e l’idea di un cammino di conoscenza ed evoluzione spirituale attraverso l’Arte.
Un’arte che sembra veramente aprire verso nuove vie poiché Claudia Cei ci guida verso il fondo della Sala dei Putti come verso l’altare di una cappella su cui è esposto in bella evidenza, anziché un crocifisso, un Autoritratto allo specchio posto su un cavalletto per pittori, ai cui lati sono proposte due opere che, a sorpresa a mio avviso, suggerisco una via d’uscita da un’ipotetica stanza, un interno che persiste, come collocazione generale dei soggetti, in pressoché tutte le opere esposte nella seconda sala.
Minotauri che trascinano i propri crani scarnificati e fuori misura, specchi che svelano volti sfigurati e maschere che non velano la verità interiore di un volto, teste che si aprono per osservare il proprio vuoto interiore; le sculture in gesso e rete metallica danno rilevo al nitore e alla trasparenza delle tele e delle tavole sagomate, ricoperte di uno stucco bianco che lascia intravedere la preparazione del fondo dorato, reminiscenza sacra della tradizione delle icone bizantine.
Claudia Cei sottopone con forza alla nostra attenzione temi dolenti della nostra contemporaneità, un aiuto a pensare attraverso un’immagine della bellezza che guida verso il segreto dell’esistenza e che ingentilisce l’inenarrabile “male oscuro” da cui tutti noi vorremmo liberarci.

info: www.museodeibozzetti.it

culturalnews
Pietrasanta (LU): Claudia Ceiultima modifica: 2010-01-23T09:58:20+01:00da minobezzi1
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