……..e ancora Prato: 30.000 abiti made in Italy. Macché: made in China!

Nel corso di un controllo presso uno show room ubicato nel cuore dell’area industriale del macrolotto di Prato, sede di una società italiana, i finanzieri hanno esaminato attentamente i capi di abbigliamento esposti per la vendita, che riportavano marchi italiani regolarmente registrati, senza alcuna indicazione del Paese o del luogo di fabbricazione o di produzione o altra indicazione sufficiente ad evitare qualsiasi errore sulla loro effettiva origine.
 
Gli accertamenti eseguiti e l’attività investigativa svolta da finanzieri hanno permesso di risalire sia al produttore cinese ed al canale asiatico di approvvigionamento dei capi d’abbigliamento commercializzati sia al deposito ubicato sempre a Prato e non dichiarato al fisco, all’interno del quale erano stoccati i capi sequestrati.
 
Per quanto riguarda il primo aspetto dell’attività investigativa, i finanzieri ipotizzano che la merce arrivasse in Italia via terra dalla Cina, attraverso ditte specializzate negli sdoganamenti e nel trasporto su strada. Sono in corso ulteriori indagini per individuare eventuali fiancheggiatori che hanno reso possibile l’arrivo dei capi made in China.
 
Per quanto riguarda il secondo punto, di natura strettamente fiscale, sono scattati anche gli approfondimenti tributari da parte dei verificatori della stessa Compagnia. A seguito dell’intervento, è stato denunciato all’autorità giudiziaria, per reati contro l’industria ed il commercio, l’amministratore della società, cittadino comunitario di origine cinese.
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……..e ancora Prato: 30.000 abiti made in Italy. Macché: made in China!ultima modifica: 2010-01-29T15:16:00+01:00da minobezzi1
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