Livorno: Museo multimediale del Moby Prince

In occasione del diciannovesimo anniversario della tragedia del Moby Prince, il traghetto sul quale morirono 140 persone dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno, centinaia di persone hanno partecipato sabato 10 aprile, nella sede del Comune di Livorno, alla commemorazione delle vittime.

Un migliaio di persone nel corteo che ha sfilato per le vie del centro, conclusosi poi al porto dove è stato deposto un cuscino di rose inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nuove cose si muovono intorno alla tragedia del Moby. La prima, e forse più importante, si deduce dalle parole del Procuratore Francesco De Leo che dal 2006 ha condotto le nuove indagini sulle dinamiche dell’incidente: “Il lavoro del pool di pm (Antonio Giaconi, Massimo Mannucci e Carla Bianco) che ha seguito la vicenda ha finalmente dato risposte a molti interrogativi che ancora rimanevano aperti”. I parenti delle vittime e tutti quelli che da anni chiedevano nuove indagini attendono. Nella sala consiliare del Comune Loris Rispoli, presidente dell’associazione ‘140’, che raggruppa decine di familiari delle persone morte a bordo del traghetto, ha infatti rinnovato la richiesta alla magistratura di fare luce sulla vicenda.

La seconda riguarda invece il progetto di un museo multimediale per non dimenticare la tragedia del Moby Prince. Un atto costruttivo, là dove la memoria della morte e del dolore rimane l’unico appiglio per ricordare. Nato da un’idea dell’associazione ’10 aprile’, il progetto del museo ha incontrato l’interesse dell’Autorità portuale e del Comune di Livorno: l’immobile dove realizzarlo sarebbe già stato individuato all’interno della cinta portuale.

Sarà un progetto multimediale realizzato da Beatrice Dicci e Max Pinucci, che ricostruirà con pannelli, plastici, audio e video le condizioni reali della tragica notte del 10 aprile 1991 e potrebbe occupare uno spazio di circa 500 metri quadrati. Attraverso documenti audio, video e materiale fotografico presenti negli archivi nascerà una struttura di stampo multimediale e virtuale su pareti vetrate dove integrare grafica, simulazioni, schemi oltre ai modelli delle navi proposti in varie scale. Il piano prevede una ricostruzione in 3D dell’area interessata e degli accadimenti, e sarà inoltre creato un plastico della nave passeggeri in modo da capire come fosse strutturata. Tramite il virtuale “Moby Experience”, ci si potrà trovare a bordo al momento della collisione.

Il progetto preliminare si inserisce nell’allestimento di un più ampio Museo del mare al cui interno ricavare una sezione dedicata alla maledetta sera del 10 aprile 1991. “E’ il nostro modo per perpetuare la memoria – dice Angelo Chessa, presidente dell’associazione ’10 aprile’ – ma non vuole essere il monumento di se stesso, bensì qualcosa che possa rappresentare un punto di riferimento soprattutto per i più giovani”.

Il rischio, effettivamente, potrebbe essere quello di trasformare il museo, tradizionalmente luogo di memoria ma anche di apprendimento, in un ‘sacrario’, un memoriale. “Sarà uno spazio in grado di rigenerarsi, di arricchirsi, dedicato alla formazione e che, allo stesso tempo, terrà desta la memoria sui fatti del Moby”. A raccontarlo è l’avvocato Stefano Taddia, lo stesso che ha lavorato con l’avvocato Carlo Palermo alla riapertura delle indagini sulla tragica notte del 10 aprile 1991.

“La memoria non dovrebbe mai diventare un fatto sterile, bensì l’occasione di accrescere la propria conoscenza – ha continuato Taddia. Il nostro desiderio sarebbe quello di coinvolgere gli spettatori che verranno in un percorso durante il quale essi si appropriano di contenuti”.

Aspettando dunque la prossima chiusura delle indagini in corso, tra ansia e fiducia di nuovi risvolti sulla vicenda del Moby, si pensa a come finanziare questa importante impressa e a chi coinvolgere come parte attiva: “Per sostenere i costi di realizzazione e gestione dell’intervento – ha affermato Angelo Chessa – stiamo studiando l’ipotesi di creare una fondazione della quale i soci fondatori potrebbero essere Comune, Provincia e Autorità portuale di Livorno e la Regione Toscana. Ma possono divenire soci anche altre Regioni ed enti pubblici del resto d’Italia per costruire non solo un luogo della memoria, ma anche di studio. La Fondazione sarà senza scopo di lucro e avrà lo scopo di promuovere e diffondere attività culturali eterogenee attraverso la realizzazione appunto del Museo del Mare”.

pisanotizie

Livorno: Museo multimediale del Moby Princeultima modifica: 2010-04-13T16:08:00+02:00da minobezzi1
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