Firenze: Il calore del colore

IL CALORE DEL COLORE
Inaugurazione: 10 Giugno 2010 ore 18.00
Chiusura mostra: 2 Luglio 2010
Orario estivo: 11 – 13, 17 – 20
Galleria Montana
Chiuso Lunedì mattina e Domenica. Luglio: Chiuso Sabato e Domenica
VICTOR AGIUS
Nella pittura di VICTOR AGIUS è la natura che fa i suoi discorsi presentandosi in relazioni di colori, di polvere di pietra, di tracce di paglia: racconti di terra e di vita dove le tinte intrinseche degli elementi, ben combinate dall’artista, danno sensazioni poetiche. La costruzione di forme, ricordi ancestrali di legami inscindibili dell’uomo con la natura, non è necessaria per farci cogliere la forza del racconto. Gli scuri delle ombre di una sensazione si elevano illuminandosi d’aspettative e ritrovandosi nel colore di un volo di vittoria, di una genesi, in una natività: nella polvere di marmo e di terre.
L’osservazione e le tinte, delle combinazioni delle ombre, diventano per il pittore punto di partenza per le sue creazioni. Note di una musica fatta da gocciolamenti, da macchie, da scuri e da chiari: atmosfere che raccontano il pensiero dell’artista.

Pasqualina Caiazzo
Nella lettura delle opere di Pasqualina Caiazzo il punto di partenza si può trovare nell’armonica disposizione di figure simili e nei racconti di frammenti o interi di figure ripetute. I riquadri narrano delle lacerazioni intime d’ogni essere umano: Io ed Es il doppio che si ricompone in un Super Io.
Nelle opere si raccontano sensazioni opposte, in un misto di malinconia, carnalità e spiritualità: è la vita che scorre in una miriade d’eventi belli o brutti. In sua opera “Eros e Tanatos” labbra rosse sono piene di speranza, alludono all’amore, gli occhi si aprono, si socchiudono e lasciano sfuggire lacrime, i presagi si fanno più tristi nelle calle dalle sfumature ombrose: dolore e gioia vivono insieme. Il doppio della vita è realizzato magnificamente e la simmetria, apparente, di piccole tele disposte in un ordine, solo a prima vista casuale, origina un clima sospeso.

Stefano Bisiachi

Nelle opere di Stefano Bisiachi si coglie una moderna ricerca della forma e del movimento.
Armature totali che racchiudono l’assenza di corpi e ne conservano l’idea formale e spirituale. Sono di rame ma governate da un’anima sensibile. S’inchinano in genuflessioni di preghiera in aerei e filiformi inginocchiatoi o direttamente a terra: il momento mistico le avvolge vestendole di una religiosità assoluta. La medesima intensità espressiva è nella poesia che accompagna le sculture che rappresentano gli atleti di sumo o d’esercizi a corpo libero. La stanchezza, che segue un grande sforzo, è rappresentata con un’armatura che cerca appiglio in un instabile sgabello a molla. I colori del rame, con le sue ossidazioni e con le macchie d’unione dei pezzi, esaltano l’espressiva delle opere. N’essenzialità delle linee, dei fogli malleabili del rame che si presta alle giuste curvature, c’è l’idea che caratterizza l’opera di quest’originale artista.

Witold Podgórski

Nelle opere di Witold Podgórski la pittura si fa graffio di sentimenti.
Spatolate e pennellate s’incrociano con delle scalfitture, come se l’artista volesse svelare un mondo misterioso sotto il colore. I segni, colpi di scalpello nell’impasto delle tinte, acquisiscono forza narrativa di ritratti dell’animo. I colori, che seguono percorsi di segmenti, spezzate e curve, prendono forma nelle campiture, spesso, di bianco che vira verso il blu – grigio. La malinconia appare nei rotondeggianti segni di corpi femminili che incrociano gli spigoli dell’ortogonalità dei piani prospettici. Nello sfondo scenografie immaginarie lasciano spazio alla fantasia, alla scoperta di climi, espressione di un’interiorità poetica che si compenetra con il mistico. I soggetti diventano piccoli racconti di vita narrata dell’essenzialità di segni e di colori. La sua ricerca appare libera da condizionamenti e stereotipi ed è un ondivagare nell’espressività delle linee fra astrazione e figurazione.

Moussin Irjan
Le opere di Moussin Irjan sono una descrizione attenta dei sentimenti umani e dei climi che caratterizzano i luoghi che le hanno ispirate. La nostalgia ed un velato romanticismo le pervade lasciando trasparire l’humus delle sue radici. La luce è la protagonista dei suoi paesaggi che raccontano i luoghi in una sintesi, poetica, di vibrazioni coloristiche. E’ una pittura istintiva e la ricerca porta l’artista a vedere oltre l’apparenza delle cose. Il suo animo, velato di malinconia, traspare in tutta la sua opera. I ritratti, mai troppo definiti, emergono da uno sfondo avvolgente e raccontano le gioie e i turbamenti delle persone diventando una trasposizione dell’Io dell’artista. In alcune sue opere il racconto s’ispira ai piccoli gesti del quotidiano e diventa lirica del vivere. La pittura dell’artista si orienta in ambito figurativo ma appare originale e moderna nell’interpretazione.

Gabriela Natera

Gabriela Natera vive di colore e nel colore. La sua è una pittura gestuale dove le campiture delle tinte interagiscono nell’esaltare sensazioni. Galassie di sfumature si presentano in armonie e dissonanze di spruzzi di colori caldi e freddi. Toni aggressivi descrivono una cruda carnalità, allusiva di sofferenze del vivere e di ricerca interiore. I vivaci prorompenti gialli, portatori di gioia, si smorzano immergendosi nel blu. Un susseguirsi di stratificazioni permettono all’artista di far emergere le ombre sottostanti e di creare climi intensi, memoria di tutto un universo. Le paure prendono forma d’esseri misteriosi che si aggrappano l’un l’altro, sino a compenetrarsi e a diventare un tutt’uno. Microcosmi e macrocosmi s’identificano in una sintesi, spesso, aniconica, dove gli elementi cromatici suscitano libere interpretazioni. La sua opera è caratterizzata da più stili espressivi in un percorso d’assoluta libertà.

Mauro Malafronte

La pittura di Mauro Malafronte è d’immediato impatto e suscita un turbinio di sensazioni. Nelle sue opere le tinte calde e fredde si contrappongono, mosse dalla spinta emozionale dell’atto creativo. I getti di rossi penetrano i colori circostanti pervadendoli di un’energia misteriosa mentre gli aggressivi gialli s’insinuano nelle pieghe della tela creando aspettative gioiose. E’ l’animo dell’artista che racconta i suoi umori, le sue tensioni in un susseguirsi di linee e di colori. I gocciolamenti di schizzi di colori fatti cadere, intenzionalmente, sulle tracce lasciate da grosse pennellesse, creano un aggrovigliamento di tratti che fanno emergere un movimento d’ombre e di luci. La tela, spesso, diventata tridimensionale, con una serie di piegature e tiraggi, partecipa alla creazione dei volumi e delle fughe prospettiche, mentre i segni dei colori s’inseguono alla ricerca d’inconsce atmosfere interiori.

Sandra Rosadini
Nei gioielli di Sandra Rosadini si ritrova tutta la sensibilità del mondo femminile, a volte misterioso. La sua creatività la parta a sfruttare le caratteristiche naturali degli elementi usati, trovandone i significati più profondi. L’artista usa le pietre come una tavolozza di colori trasparenti, dalle mille sfumature, seguendo le armonie dei toni. Queste sono arricchite dal fascino, dalla poesia e dalla memoria dei luoghi d’origine. I fili dei metalli preziosi, duttili e malleabili, le avvolgono creando nidi d’intrecci. Le voci del mare, portate da anelli fatti di conchiglie, si fanno udire nella loro originalità: in racconti del tempo che cambia le cose. Piccoli intrichi di metallo si uniscono alle pietre colorate facendole assumere sembianze d’aerei fiori. Le sue creazioni sono ricami preziosi, portatori di gioia, da donare per segnare i momenti più belli.

Firenze: Il calore del coloreultima modifica: 2010-06-09T21:32:12+02:00da minobezzi1
Reposta per primo quest’articolo