……..e ancora Firenze: Italo Zannier

E’ stata prorogata al 29 giugno la mostra di Alinari dedicata a Italo Zannier, l’artista che, come spesso ripeteva, «odiava speculare sulla povertà e sulla miseria». E’ su questa posizione che prese forma il «gruppo friulano per una nuova fotografia», tra i cui promotori c’erano insieme a Italo Zannier, fotografi come Bevilacqua, Borghesan, Del Tin e Roiter. Al fotografo neorealista, Alinari ha dedicato una mostra monografica, la prima mai esposta di Zannier fotografo, più noto nell’ambiente come storico della fotografia. E invece la formazione di Zannier trova le radici nella grandi passioni iniziali che furono la pittura, la letteratura e il cinema didattico. E’ infatti con una cinepresa otto millimetri (una Relian-Kodak) che illustrerà nel 1952 una tesina di storia dell’architettura a un Bruno Zevi affascinato che in seguito apprezzerà le immagini sfocate che il giovane Zannier sottoporrà al suo giudizio. Con la sua “Semflex 6×6” documenterà agli inizi il paesaggio friulano dove la geometria delle casette arroccate e viste da lontano si trasforma in un paesaggio esotico. Qualcosa che assomiglia ai quadri di Cezanne, osserva il curatore della mostra Angelo Maggi.

«Fu una fortuna per me – scrive Zannier in alcuni suoi appunti – che la Semflex fosse così modesta, perché mi costrinse a trasgredire, ad accettare l’immagine un po’ sfuocata, o mossa, o male esposta, spesso troppo contrastata». Col gruppo fondato a Spilinbergo, proprio in quell’anno, il 1955, comincia così il percorso di un fotografo ben deciso ad abbandonare la retorica dei contemporanei, dove il fotografo mai avrebbe tradito la persona nel suo obiettivo, rendendola consapevole di un contesto sociale che con la sua immagine contribuiva a documentare. Quella che Zannier molto spesso coglie è una realtà mobile, quasi come in una progressione di fotogrammi impressa su di una pellicola cinematografica. Per circa dieci anni (1967-1976) a bordo del suo “maggiolino” percorre lo stivale da Nord a Sud, da Est a Ovest, lungo le coste. Il racconto per immagini arricchirà l’opera commissionata dall’Eni (9 volumi) cui Zannier partecipò insieme a botanici, storici ed urbanisti.

Ed ecco in mostra alcuni di questi scatti dell’Italia della seconda metà del Novecento. Il percorso è articolato in tre sezioni: gli anni del Neorealismo, l’attività professionale come fotografo d’architettura e l’acquisizione del senso di paesaggio con particolare riferimento all’architettura spontanea (poi scomparsa con il terremoto del 1976) e all’ambiente sociologico( interni di case da Pantelleria a Bolzano). C’è anche la collaborazione con Bruno Zevi nell’Industria, in qualità di fotografo di aziende come Rex, Alfa Romeo; l’inedita perlustrazione fotografica dell’opera viennese di Adolf Loos, ancora intatta negli anni Cinquanta e un’antologia d’immagini correlate ai maggiori architetti e designer italiani del ’900 come Giancarlo De Carlo, Marcello D’Olivo, Marco Zanuso, Gino Valle. Italo Zannier ha pubblicato numerosi saggi di storia e tecnica della fotografia, tra cui “ L’io e il suo doppio” e “cent’anni di ritratto fotografico in Italia. Più di recente: “Alle origini della fotografia scientifica” (2008) e”Storia e tecnica della fotografia”

Loredana Ficicchia per corrierefiorentino

……..e ancora Firenze: Italo Zannierultima modifica: 2010-06-27T21:20:00+02:00da minobezzi1
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