Lucca: La chiesa di Santa Caterina

Loredana Ciabatti Cipriani, vice presidente del Fai-Toscana, insieme a due collaboratrici

Brunella Menchini per loschermo

“Salviamo la chiesa di Santa Caterina”, questo l’appello che Loredana Ciabatti Cipriani, vice presidente del Fai-Toscana (Fondo Ambientale Italiano), e dal 1993 presidente per le province di Lucca e Massa, lancia a tutti i lucchesi.

LoSchermo.it, da sempre sensibile alla salvaguardia dei beni artistici della nostra città, è andato a constatare di persona le condizioni della chiesa che la signora Ciabatti Cipriani terrà aperta insieme ad un gruppo di volontari, durante tutti i week end di settembre.

Santa Caterina viene consacrata nel 1730. L’architetto Francesco Pini diresse i lavori che sono durati circa 10 anni: la pianta è ovale e la facciata, convessa, è posta angolarmente. All’interno dell’edificio spicca la cupola, affrescata con finte prospettive di angeli ad opera di Bartolomeo De Santi.

Mario Tobino descrive tali dipinti come “Una danza, un recitare di attrici, aprirsi e chiudersi di ventagli. Dai palchi sporgono i busti delle dame, i cicisbei dalle palpebre bistrate. E’ piccola, un salotto: è la grazia di un secolo, del Settecento. Chi l’ha fatta non portava il cilicio, non pregava la notte prostrato. Adorava le nude gote incipriate, le alcove”.

Nell’altare maggiore invece, dovrebbe esserci il dipinto di Pompeo Batoni, “Estasi di Santa Caterina”, ma la sovrintendenza ha pensato, giustamente, di metterlo in salvo a palazzo Mansi.

La chiesa, unico esempio a Lucca del ‘700 italiano, è chiusa ormai da 40 anni. Il passare del tempo, le infiltrazioni d’acqua, l’incuria generale, hanno causato danni alla costruzione e sempre di più ne causeranno se qualcuno non interverrà in tempo. Come al solito però, non ci sono i fondi necessari.

E qui interviene il Fai con il progetto I luoghi del cuore, arrivato alla sua quinta edizione. Si tratta di un censimento nel quale viene chiesto di segnalare un edificio, ma anche un borgo od una spiaggia, che meriti di essere preservato.

Tra i primi 10 classificati verranno poi scelti quelli per cui saranno messi a disposizione contributi economici, da utilizzare per eventuali azioni di recupero, tutela e valorizzazione. Le segnalazioni possono essere fatte fino al 30 settembre.

“E’ importante che i lucchesi partecipino a questa raccolta firme.Il nostro scopo è quello di raccoglierne il più possibile – dichiara la signora Ciabatti Cipriani – perché se riusciamo ad entrare fra i primi, abbiamo la possibilità che Banca Intesa dia al Fai dei fondi che useremo per intervenire direttamente.

“Sarebbe un beneficio anche per la città, perché nell’ultimo restauro fatto ad un bene del Fai, il castello della Manta in Piemonte, i lavori sono stati fatti da Pinin Brambilla, che ha restaurato anche l’Ultima Cena, di Leonardo da Vinci. Quindi ci sarebbe l’opportunità di far venire a Lucca, qualche personaggio illustre, perché, sapendo che siamo tutti volontari, queste eccellenze si prestano a darci una mano”.

“Si può votare anche on line ed è molto importante farlo – continua – perché vogliamo rimanere alti nella classifica del sito www.iluoghidelcuore.it, dato che nell’homepage si vedono solo i primi tre luoghi segnalati. Se vogliamo rimanere ‘in vetrina’ dobbiamo rimanere almeno al terzo posto. Purtroppo la votazione è un po’ complicata, bisogna arrivare fino in fondo al procedimento: non si impressionino se viene chiesta una password, bastano 6 battute di fantasia”.

La chiesa adesso è di proprietà Comune che, quando ne è entrato in possesso, l’ha ripulita, ha installato un sistema di allarme, ha messo la rete sopra il soffitto a coprire la seconda cupola, per evitare che cadessero i calcinacci, ma nessun restauro è stato fatto. Nessuno si è mai preoccupato nemmeno di sconsacrarla.

“Un tempo la proprietà era degli ospedali. – spiega la presidente – Sulla destra confinava con l’ospedale di San Luca e sulla sinistra con l’Ospizio degli anziani. Quando le istituzioni si sono spostate, venne nominato un commissario che la cedette in uso alle Dame di Carità di San Vincenzo”.

“Ho scoperto questa chiesa nel 1996, quando venne aperta in occasione della giornata Fai e fin da allora ho sempre offerto la possibilità di salvarla. L’allora commissario ritenne di non farlo e la lasciò chiusa: è stata una sua scelta, non condivisibile, ma ne risponde chi l’ha fatta. In questi anni sono entrati i ladri, hanno fatto danni, hanno rubato un quadro ed un corredo stupendo di pizzi ed arredi, che nel ’96 avevamo risistemato”.

Santa Caterina un tempo era molto vissuta – conclude – era conosciuta come la chiesa delle sigaraie. Siamo di fronte alla manifattura tabacchi, dove una volta si produceva il sigaro toscano. La chiesina allora era aperta alle 6 della mattina e le operaie che venivano a lavorare, si fermavano qui per la messa, per pregare o anche solo per un momento di fresco in estate o al riparo del freddo dell’inverno”.

Un altro pezzo di storia che corre il rischio di essere dimenticato.

Foto di Andrea Simi per LoSchermo.it

 

Lucca: La chiesa di Santa Caterinaultima modifica: 2010-09-16T09:56:14+02:00da minobezzi1
Reposta per primo quest’articolo