Livorno: Le baruffe livornesi

Massimo Masiero per costaovest

Tanto tuonò che piovve, è scoppiata la guerra. Una frase vale l’altra, ma l’incipit rende l’idea per indicare ormai che dai ferri corti si è passati alle sciabolate per indicare l’ultimo episodio in ordine di tempo: lo sgarbo istituzionale di Alessandro Cosimi e Giorgio Kutufà, sindaco e presidente della Provincia, verso Roberto Nardi, il piombinese presidente della Camera di Commercio, proprio in occasione del suo più prestigioso evento, organizzato nell’auditorium camerale, il “Primo Forum Toscana, quale futuro”: titolo emblematico, che avrebbe dovuto esprimere interessanti valutazioni sull’economia regionale, anche per la qualità dei partecipanti (economisti, parlamentari, imprenditori, esperti del mondo finanziario, bancario, universitario, del turismo, della comunicazione, direttori di quotidiani, sindacalisti, corrispondenti dall’Italia di “Le Monde” e del “Sunday Times”), chiamati a raccolta per formulare pareri e valutazioni.

Insomma un vero e proprio “parterre des Rois”, che avrebbe dovuto fare da “predellino”, o segnare il definitivo, se ce ne fosse bisogno, lancio come comunicatore di Roberto Nardi, che era stato indicato dalla giunta camerale come candidato alla presidenza dell’Autorità Portuale, indispettendo gli altri due enti locali, sostenitori di Roberto Piccini, da confermare perché sta concludendo al meglio l’ultima parte del suo mandato ed è utile che il futuro del porto abbia una guida collaudata nella continuità e con le idee chiare. Ma li aveva ancor più indispettiti affermando in un’intervista che si era giunti alla seconda terna, mentre in Camera di Commercio Roberto Nardi aveva sostenuto che si era alla prima indicazione.

Il troppo stroppia. Ecco allora che all’apertura del Forum il sindaco Cosimi e il presidente Kutufà non si sono fatti vedere per i saluti di rito, malgrado il pressante invito di Roberto Nardi. Lo strappo è stato consumato e con esso i commenti di politici e osservatori si sprecano. Dal Forum è emerso che le economie Toscana e territoriale sono in crisi e che si attendono nuove industrializzazioni e trasformazioni per affrettare i tempi, lunghi e difficili, di una ripresa, cha tarda a venire anche nel 2011, e che avrà timidi sbocchi nel 2012, anche se ancora qualsiasi previsione è prematura.

Intanto il vescovo Simone Giusti ha cercato di far da “pacere” invitando tutti a un sogno ideale, come quello che fece crescere la Livorno del Cinquecento aperta a uomini di ogni razza e fede religiosa, per il rilancio della città evitando la divisione di chi esercita la cosa pubblica e ricordando, senza entrare nel merito dell’ubicazione, che non va sprecata l’occasione di costruire un ospedale nuovo con tutto quello che comporta per l’economia locale.

Ora che potrà accadere? Lo strappo sarà ricucito oppure proseguirà la “guerra fredda” istituzionale in un momento così delicato. C’è chi sussurra che Roberto Nardi stia affacciandosi ” all’Autorità Portuale di Livorno con un’operazione di disturbo puntando invece alla presidenza di quella piombinese, in scadenza nel 2013. E’ comunque certo che in questo periodo delicato, città e territorio avrebbero necessità di una maggiore coesione istituzionale e politica. Vi sono le condizioni per procedere su progetti già indicati anche a livello regionale, come quello proposto da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sulla individuazione dell’area vasta pisano-livornese, che sembrano invece ignorati, malgrado che il 2011 si prospetti come un nuovo “annus horribilis”. La preoccupazione è il progressivo sfaldamento del tessuto sociale e con esso il prevalere di egoismi e indifferenza tra coloro che usufruiscono d’impieghi e retribuzioni sicure e quella fascia sempre più numerosa di disoccupati e precari, che rischiano di diventare veri e propri ultimi, non in grado di migliorare le loro condizioni di vita. Gli esclusi continuano a crescere.

Il territorio possiede riconosciute potenzialità, anche di recente confermate dalle prospettive positive della Twr, azienda di componentistica auto, e di De Rossignolo, settore auto di lusso. Istituzioni e vari organismi devono darsi un progetto di sviluppo più credibile e attuabile. Almeno appena superate le “beghe” delle nomine.

 

Livorno: Le baruffe livornesiultima modifica: 2010-11-22T08:54:36+01:00da minobezzi1
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