San Casciano VP (FI): I Lucardesi

Quando Otello Pampaloni, ex insegnante e da alcuni anni scrittore tra i più fecondi del territorio, iniziò la sua ricerca storica sulla famiglia seicentesca dei Lucardesi, non pensava certo di far venire a galla una singolare verità relativa al rapporto tra i Medici e la comunità sancascianese. Ciò che si è sempre creduto circa il dono fatto dalla nobile famiglia fiorentina a San Casciano è stato in realtà oggetto di una compravendita. Il noto Cassero medievale che i Medici avevano trasformato in una residenza privata non è stato ricevuto in dono ma acquistato dai Lucardesi, famiglia facoltosa di origine borghese che nel diciassettesimo secolo divenne proprietaria di gran parte del territorio sancascianese. E’ questa una notizia inedita emersa da una ricerca storica condotta da Otello Pampaloni in collaborazione con Alessandro Duchi, Antonio Zecchi e Fabrizio Fornera. Una ricerca che si è tradotta in una pubblicazione realizzata dal gruppo La Porticciola e l’Accademia dei Perseveranti: “I Lucardesi nella San Casciano medicea del Seicento”. “L’intenso lavoro che ho svolto tra i faldoni dell’Archivio di Stato – commenta Otello Pampaloni – e i colloqui avuti con l’ultimo discendente della famiglia Lucardesi, Pietro Orazio, che negli anni ’90 si recava nella Val di Pesa, a Lucardo, per saperne di più sul suo albero geneaologico, ho potuto conoscere e apprezzare le qualità di una famiglia che si attivò e realizzò alcune opere di rilievo per il bene collettivo. Un esempio è offerto dagli spazi del Cassero acquistati dai Lucardesi e messi a disposizione della comunità per rappresentazioni ed eventi teatrali”.

Il materiale da cui trae ispirazione il volume è quello che riguarda il Monastero delle Benedettine, costruito nel 1639 dai Lucardesi, altra importante opera che lega il nome di questa famiglia a San Casciano e corrisponde all’area dove oggi è concentrata la cittadella della cultura, costituita dagli edifici del Teatro Niccolini, della biblioteca, del museo e dell’anfiteatro di piazzetta Sumonà. “Come per gli altri miei lavori – prosegue Pampaloni – nei quali ho sempre cercato di ricostruire vita e opere di personaggi più o meno noti della storia sancascianese, anche in questo molte pagine sono dedicate ad uno dei membri della famiglia Lucardesi, Francesco Paolo Santi detto l’Indiano, segretario di Ferdinando I, Cosimo II e Ferdinando II, grande viaggiatore in estremo Oriente. Tra le sue opere maggiori realizzate per San Casciano va segnalata l’istituzione della collegiata composta da dodici canonici e quattro chierici. Un organo religioso che rese la Propositura simile ad una basilica”. Il sindaco Massimiliano Pescini che ha introdotto il libro in occasione di una presentazione pubblica organizzata recentemente al Teatro Niccolini definisce la pubblicazione “utile, aperta, piena di notizie interessanti e inedite che ci permettono di conoscere la nascita delle grandi opere architettoniche religiose di San Casciano e di capire come si è sviluppata nel tempo la nostra cittadina”.

Negli anni passati i sancascianesi hanno potuto riscoprire e in alcuni casi conoscere altri concittadini storici. Dalla penna di Otello Pampaloni sono usciti approfondimenti sul giornalista Don Tebaldo Pellizzari, il drammaturgo Antonio Morrocchesi, l’accademico della Crusca Giuseppe Sarchiani. E per il 2011 è in programma l’uscita di un nuovo lavoro dedicato questa volta ad un artista di metà Ottocento: Tito Chelazzi, uno dei pittori più amati dalle regine in età vittoriana.

San Casciano VP (FI): I Lucardesiultima modifica: 2010-12-27T09:00:18+01:00da minobezzi1
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