Firenze: Arte sospesa

Negli spazi di EX3, Centro per l’Arte Contemporanea, Firenze, saranno presentate opere di artisti di diversa generazione e provenienza, realizzate nel corso dell’ultimo decennio, tra il 2000 e il 2010.

Gli artisti invitati sono: Alexandra Bircken (Germania, 1967), Beth Campbell (Usa, 1971), Daniela De Lorenzo (Italy, 1959), Claire Morgan (Ireland, 1980), Franco Menicagli (Italy, 1968), Ernesto Neto (Brasil, 1964), Jorge Pardo (Cuba, 1963), Cornelia Parker (United Kingdom, 1959), Tobias Putrih (Slovenia, 1972), Tobias Rehberger (Germania, 1966), Thomas Saraceno (Argentina, 1973), Bojan Šarčević (Bosnia 1974), Hans Schabus (Austria, 1970), Luca Trevisani (Italy, 1979), Pae White (Usa, 1963), Hector Zamora (Mexico, 1973).

Con il termine “sospeso” si indica alcuni lavori tridimensionali, in massima parte non poggianti a terra, nei quali si privilegiano il vuoto alla massa, la leggerezza al peso, il movimento alla stabilità. Quello che si vuole approfondire è un fenomeno diffuso la cui origine si può fare risalire ad alcuni esempi della tradizione avanguardista, dal costruttivismo al surrealismo, ed in particolare ai mobiles di Calder.

La carenza di certezze filosofiche e di ideologie politiche o religiose, parallelamente a una presa di coscienza dei limiti dello sviluppo a cui si è affiancata una sempre più diffusa esigenza di sobrietà e leggerezza, ha contribuito ad un aumento esponenziale della creazione di opere esili, precarie o effimere, molte delle quali si trovano oggi a condividere la caratteristica della sospensione. Una parte significativa della produzione scultorea contemporanea ha infatti non soltanto rinunciato al piedistallo, ma si è anche radicalmente svincolata da ogni rapporto con il suolo.

Esplorata, attraverso singoli episodi, nel corso del XX secolo, la pratica della “sospensione” è diventata, nell’ultimo decennio, elemento distintivo della poetica di numerosi artisti. In mostra sarà dunque presentato un gruppo di opere sospese o aggettanti caratterizzate da un generale rifiuto di ogni forma stabile o prefissata. Opere che suggeriscono l’idea di una possibile manipolazione o di un probabile attraversamento, pur mantenendo, in virtù della loro tridimensionalità e della loro spazialità, un saldo legame con un’idea, seppure mutata, di scultura.

Il nucleo di artisti chiamati a partecipare all’esposizione, accumunati da tale attitudine alla sospensione scultorea, veicola plurime ed eterogenee volontà comunicative: le condivise caratteristiche di leggerezza, dinamismo, antimonumentalità e precarietà delle opere presentate ad EX3, si qualificano come veri e propri espedienti linguistici atti a scaturire molteplici riflessioni.

È il caso dell’indagine sui processi naturali, variamente condotta sia attraverso il prelievo di oggetti naturali, riproposti come strutture astratte e arbitrarie da Bojan Šarčevid, sia nelle architetture vegetali di Claire Morgan, nei microcosmi di Tomas Saraceno, negli agglomerati scultorei di Pae White o nelle forme biomorfiche dei mobiles di Beth Campbell. Dell’ulteriore riflessione sull’identità, riscontrabile nelle forme antropomorfe costruite per mezzo di materiali d’uso quotidiano di Alexandra Birken, nelle gabbie umane di Jorge Pardo, nei calchi in feltro di Daniela De Lorenzo, o rappresentata concettualmente per mezzo della dicotomia tra presenza e assenza nell’opera di Hans Shabus. Dell’indagine sulla temporalità intrinseca dell’oggetto e sulla sua tendenza alla mutazione a e al deterioramento, rilevabile nelle strutture di Franco Menicagli e di Luca Trevisani, o nelle accumulazioni di Tobias Rehberger. Della riflessione sull’instabilità della percezione e sulle sue derive semantiche, suggerita dalle strutture ibride tra trappole e ripari di Cornelia Parker, dagli apparati sperimentali di Tobias Putrih, dalle sculture di Hector Zamora, situate sul doppio crinale astratto/figurativo, pesante/leggero, o dalle installazioni percorribili e abitabili di Ernesto Neto, dove all’instabilità percettiva concorrono aromi e odori che, parimenti alle forme fluttuanti e organiche delle strutture, coinvolgono fisicamente lo spettatore.
Plurali direttrici di ricerca che vengono condotte attraverso la sempre mutevole e cangiante relazione che le opere instaurano con lo spazio circostante, in virtù della loro sospensione e precarietà.

EX3
Viale Giannotti 81/83/85
50126 Firenze-Italia
Orario di apertura mostre:
Da Mercoledì a Domenica 11.00-19.00.
Venerdi 11.00-22.00
Chiuso il Lunedì e il Martedì
Dal 19 febbraio all’8 maggio 2011

Per info:
http://www.ex3.it/

Firenze: Arte sospesaultima modifica: 2011-02-22T12:33:10+01:00da minobezzi1
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