Livorno: Tina Andrey

Beppe Ranucci per costaovest

Ho conosciuto per la prima volta Tina Andrey in occasione della messa in scena dello spettacolo di Giorgio Fontanelli,”O Porto di Livorno traditore”, che non apparteneva strettamente al filone del teatro vernacolare.

Tina invece, era la grande interprete del teatro vernacolare livornese; per intenderci il teatro di Beppe Orlandi e di Gino Lena. Ma era anche molto conosciuta al di fuori dei confini della sua città, per le sue canzoni che erano state immortalate nei dischi di Pietro Napoli ed anche per la sua partecipazione alla trasmissione radiofonica del “Grillo Canterino”,in coppia con Gina Lena. La partecipazione a “O Porto di Livorno traditore”,rappresentò per lei una sorta di sfida, poichè era la prima volta che si cimentava come interprete in quel genere di teatro-documento,quale era il lavoro alquanto “dotto” di Fontanelli.

Ebbene lei superò quella sfida,con grande disponibilità, professionalità e bravura. E per tutte le numerosissime repliche che vennero fatte di quel lavoro, gli spettatori rimanevano incantati non solo dalla sua recitazione, così naturale e spontanea, ma soprattutto dalla sua voce fresca e potente che riusciva ad evocare tempi passati, quando intonava la romanza della “Pinottola”, o quando cantava gli stornelli a dispetto. Nella commedia, Tina interpretava il ruolo di una cuoca che gestiva un noto ristorante insieme a Tribolo (interpretatato da suo figlio Sandro); ebbene con quella sua caratterizzazione vivace e brillante, seppe esprimere a pieno, lo spirito popolare e la filosofia “spicciola” di puro stampo labronico, a fronte della sapienza puramente libresca degli intellettuali.

Poi Tina Andrey ha continuato a lavorare nel teatro vernacolare ed aveva costituto anche una sua Compagnia (la Compagnia dei Semplici,insieme al figlio Sandro Andreini e alla nuora Daniela Salucci) e dovunque riscuoteva consensi e successo, portando una sana comicità ed un pò di allegria, senza mai essere volgare per far ridere. Recentemente aveva partecipato alle ultime memorabili edizioni alla Gran Guardia ed al Goldoni, dei classici di Beppe Orlandi (“Li Sfollati” e “La Ribotta a Montinero”)e sempre la sua apparizione (magari in piccoli “cammei”) era coronata da grandi applausi. Questo voleva dire che il pubblico livornese magari un po’ più anziano, la amava veramente. Quando veniva alle prove, (lei sempre ben tenuta e truccata, elegante, con gli “ori” in bella vista e la sua parlata che voleva essere forbita, ma che non riusciva simpaticamente a nascondere le sue origini popolari), ascoltava con disciplina le indicazioni del regista, ma era prodiga di consigli e di suggerimenti per tutti.Una vera signora! Più di una volta mi aveva manifestato il suo rammarico ed il suo cruccio, per il fatto che la tradizione genuina e sana del vernacolo livornese andasse piano piano scomparendo o che si “corrompesse” . Per questo aveva ben volentieri prestato la sua esperienza per “insegnare” agli alunni delle scuole cittadine, i rudimenti di questa arte teatrale. E proprio per questo la sua scomparsa, rappresenta una grande perdita per la tradizione e la cultura cittadina.

Certamente Tina Andrey, pure così brava e dotata,avrebbe fatta un ottima carriera di artista, se avesse scelto la via del professionismo ma lei (un pò come il suo maestro Beppe Orlandi), volle esprimere la sua arte nella sua Livorno e per la sua Livorno, città alla quale era profondamente attaccata. Ai funerali tanti i suoi amici ed i suoi ammiratori. Ha brillato per la sua assenza l’amministrazione comunale. Non un assessore. Non un rappresentate comunale. Non uno straccio di gonfalone. Si chiacchiera tanto per i tagli alla cultura,ma la cultura si mortifica anche dimenticando di onorare persone come Tina Andrey.

Livorno: Tina Andreyultima modifica: 2011-04-04T10:32:12+02:00da minobezzi1
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