Poi la tradizione, secondo cui ogni famiglia appendeva alla porta una fascina di legna da ardere in segno di devozione alla Madonna, si è rinnovata fra lo stupore dei molti bambini presenti fra la folla.
Il falò fà parte infatti di una tradizione che la comunità di Corneda porta avanti con venerata dedizione da molti anni. Questo evento attinge dal folclore d’Italia, da nord a sud: la preparazione è un impegno per tutta la frazione, devotissima alla Madonna. La pira, una volta accesa, raggiunge diversi metri di altezza; per la maggior parte è costruita con piccoli rami di erica selvatica inseriti uno ad uno fino al compimento e lo sforzo per farle toccare il cielo è segno della profondità della devozione dei fochisti.
A lato, illuminata dal fuoco, l’ esposizione di un museo fotografico che ha rievocato i Falò del passato con il ricordo di Umberto Uberti, uno dei più attivi operatori della comunità di Corneda, e, graditissima, la degustazione del vino “a modo mio” prodotto dal mitico oste Fabio Morellie un rinfresco di prodotti locali. Applausi dalle centinaia di persone presenti: la tradizione si è rinnovata nel migliore dei modi.
Matteo Mastrini per quotidianoapuano