Miontalcino (SI): Burton Anderson

Alessandro Morichetti per dissaopore 

 

In un delizioso pomeriggio maremmano, ho avuto la fortuna di conoscere* Burton Anderson. Americano di origine, fu uno dei primi giornalisti anglofoni a raccontare il potenziale qualitativo del vigneto Italia: “quando Burton Anderson tratteggiava la figura di Franco Biondi Santi sull’International Herald Tribune, il colosso Castello Banfi non era ancora sbarcato a Montalcino”. Di più, dovessimo scegliere un’opera spartiacque nella percezione mondiale del vino italiano, sarebbe probabilmente il suo Vino: The Wines and Winemakers of Italy. Anderson non si occupa praticamente più di vino ma vive in Toscana e guarda sempre con discrezione quel mondo che ha contribuito a sdoganare presso la critica internazionale. Sembrano secoli ma solo 30 anni fa il vino italiano nel mondo erano solo i vari Lambrusco, Frascati, Valpolicella e Chianti in fiasco che invadevano in lungo e in largo gli States e non solo. Tantissima quantità ma serie C2 girone H della qualità.

Solo poi sarebbero venuti Angelo Gaja e i suoi Barbaresco, il Marchese Mario Incisa della Rocchetta e il Sassicaia, gli Antinori e il Tignanello. Burton Anderson era lì, annotava, raccontava un paese bello, buonissimo e disordinato, scomposto. Negli anni ‘70 fu addirittura Michael Broadbent – Master of Wine e storico battitore d’asta di Christie’s, probabilmente l’assaggiatore più esperto della storia recente – a recitare il De profundis di un vino italiano incapace, secondo lui, di sfornare etichette di livello mondiale. Ci volle la determinazione di Angelo Gaja per fargli cambiare idea a suon di assaggi, cru dopo cru.

È sul filo di questo breve excursus in riva al mare che Anderson se ne esce con una frase che mi lascia perplesso: «Lo scandalo del metanolo è la cosa “migliore” mai successa al vino italiano». Era il 1986 quando vino da tavola adulterato con metanolo provocò la morte di 23 persone. Solo una tragedia figlia di ingordigia e irresponsabilità invitò davvero l’Italia del vino a riflettere. Se vuoi darti un tono e avere peso, non puoi concentrarti solo su vini cheap, di poco prezzo. La qualità ha un costo, chiede dignità e rispetto senza sconti. Tutto il resto è storia recente e non sono pochi a sentire la mancanza di voci libere come quella di Burton Anderson.

[*Grazie a Gianpaolo Paglia, produttore e organizzatore della manifestazione Maremma Wine Day]

 

Miontalcino (SI): Burton Andersonultima modifica: 2011-05-13T12:42:31+02:00da minobezzi1
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