Pisa: Gli artigiani e l’Ikea

 

PISA: Confartigianato e Cna spiegano la crisi

Dal disco rotto della secca socio-politico-economica in cui incespica lo Stivale, non c’è da attendersi melodie che non inciampino. E infatti, anche qui, il ritratto della stagione che stiamo vivendo si presenta, di nuovo, a tinte fosche.

«Da noi, la situazione non è migliore che nel resto d’Italia – dice Banti –. La crisi sta mordendo. In maniera molto forte, tra l’altro. I settori sono più o meno tutti in difficoltà, anche se la decadenza cui stiamo assistendo non colpisce tutti allo stesso modo».

Ci sono eccezioni?

«Ci sono delle piccole macchie di leopardo rappresentate da chi, in qualche modo, riesce ad alzare la testa. Questo, va da sé, è un fatto molto positivo: significa che c’è chi tenta una reazione. Purtroppo si tratta di un fenomeno non generalizzato ma episodico. Un altro dato incoraggiante è che l’emorragia della perdita dei posti di lavoro sembra essersi rallentata. Ci aspettavamo un 2011 decisamente migliore, anche in termini di crescita».

Previsioni sul 2012?

«Conviene essere cauti. Presenteremo nella seconda metà di ottobre i dati dell’Osservatorio nazionale, che per ora non conosciamo. Non mi pare ci siano avvisaglie particolarmente positive. E non credo ci saranno finché non allenterà la morsa con cui la tempesta finanziaria sta strozzando il Paese. Anche gli imprenditori che hanno possibilità, preferiscono esser cauti e non fare passi in avanti, scegliendo di restare sulla difensiva. In più c’è il problema atavico del credito. Che si sta ripresentando in maniera prepotente. Le banche, con l’attuale costo del denaro in continua ascesa, chiudono i rubinetti. Assenza di liquidità, difficoltà di reperimento di risorse, tassi aumentati, imprese bloccate».

Riguardo all’arrivo di Ikea a Pisa?

«Confartigianato è sempre stato molto trasparente e diretto, sulla vicenda. Come pensavamo fosse un’opportunità quando si iniziò a parlare di Ikea a Migliarino-Vecchiano, così pensiamo che sia un’opportunità averla qua a Pisa. In una fase come questa, bisogna fare attenzione a non negare l’attrazione degli investimenti. Se c’è un paese straniero che si sente attratto dall’Italia, dobbiamo far di tutto per incoraggiare questo suo proponimento e rendergli la vita facile. Una cosa però va detta: ci auguriamo che l’impegno che si sta mettendo nel favorire giganti come Ikea, si metta in futuro anche nell’agevolare il percorso delle piccole imprese, delle nostre realtà locali. Cosa che per ora non avviene».

«I segnali che abbiamo sono alquanto preoccupanti – dice Andrea Zavanella ovunque si segnala una grande sofferenza, un generale rallentamento. Ogni tanto si leggono comunicati dagli industriali o dalla Camera di Commercio che sembrerebbero segnalare, nell’arco di un certo periodo, alcuni miglioramenti; ma poi, il mese dopo, si scopre che si trattava di un fuoco fatuo. Piccole e grandi imprese sono in difficoltà. Dalla politica deriva solo incertezza. Le banche, sono in difficoltà anche loro. Per non parlare della burocrazia: abbiamo un sistema pubblico al collasso, probemi a non finire per permessi, autorizzazioni, nulla osta eccetera. Se tutta questa pastoia risultava insopportabile prima, figuriamoci ora, con un imprenditore che faticosamente riesce ad individuare una via d’uscita, un’opportunità, ma non riesce a raggiungerla per colpa dell’inevitabile scartoffia, dei tortuosi ghirigori dei vari regolamenti. Di lamentele, al riguardo, ce ne arrivano a bizzeffe».

La questione Ikea?

«Il fatto che ci sia un investimento sul territorio, da parte di un’azienda come Ikea, capace di dare garanzie su tutti i fronti, è un’opportunità. Bisogna vedere se le nostre imprese sapranno coglierla. Sta al nostro territorio e alle sue realtà giocarsi bene questa carta».

Andrea Lanini per ognisette

 
Pisa: Gli artigiani e l’Ikeaultima modifica: 2011-10-05T15:28:51+02:00da minobezzi1
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