Pontedera (PI): Un motore ad ammoniaca

 

 

Da sostanza tossica ed altamente inquinante a carburante per veicoli: si tratta dell’ammonica utilizzata per alimentare un motore montato su di un autocarro da 35 quintali di portata, allestito con vasca portarifiuti e volta bidoni, adatto in particolar modo alla raccolta porta a porta. Il progetto sperimentale Savia (Sistema di alimentazione di veicoli a idrogeno e ammoniaca), finanziato dalla Regione Toscana, è stato messo a punto dalla Pont-Tech di Pontedera (società consortile a maggioranza pubblica) insieme ad Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e un pool di imprese (EDI Progetti, Acata e Bigas).

«Sono tre i progetti che affrontano a 360° le problematiche e le potenzialità dell’uso dell’idrogeno da cui deriva il veicolo ad ammoniaca – ha dichiarato il direttore di Pont-Tech Giuseppe Pozzana. Oltre al progetto Savia, sono stati infatti realizzati il progetto H2 – Filiera idrogeno e il progetto NanocatGeo. Tutto è nato da un’iniziativa promossa dal comune di Pontedera e dalla provincia di Pisa, condivisa e finanziata dalla Regione Toscana». Il progetto Savia è nato nel 2009 con l’obiettivo di realizzare il prototipo di un generatore di energica elettrica basato su un innovativo motore endotermico che utilizza come combustibile l’ammoniaca liquida arricchita, in fase di iniezione indiretta, di circa un 5% di idrogeno. L’idrogeno necessario alla combustione viene ricavato dalla decomposizione termica dall’ammoniaca stessa tramite uno speciale catalizzatore appositamente realizzato nell’ambito del progetto.

Il motore ad ammoniaca è direttamente collegato a un generatore elettrico tradizionale e installato a bordo di un veicolo elettrico-laboratorio. L’idea è quella di far funzionare il generatore con un sistema di ricarica delle batterie che funziona anche durante il moto del veicolo stesso. Il team di ricerca ha spiegato poi quali sono state le maggiori criticità per la realizzazione di questo prototipo che oggi ha effettuato la prima prova su strada. «Le modalità di stoccaggio dell’idrogeno sono sempre state considerate uno dei maggiori problemi per l’utilizzo a bordo di veicoli a causa dell’elevatissimo volume specifico, ma lo stoccaggio sotto forma di ammoniaca risolve in parte questo problema aumentando notevolmente la densità energetica per unità di volume, e permette di stoccare l’ammoniaca liquida a temperatura ambiente a circa 8 bar, in analogia a quanto attualmente avviene per il gpl.

L’ammoniaca poi risulta tossica in concentrazioni elevate e per questo motivo un intero obiettivo operativo all’interno del progetto è stato dedicato alla sensorizzazione del motore, allo scopo di rilevare eventuali fughe o concentrazioni eccessive di ammoniaca allo scarico per una operatività in sicurezza del prototipo». La scelta di realizzare veicoli per trasporto merci e persone con propulsione di tipo ibrido (veicolo elettrico alimentato da batterie, a loro volta caricate da un generatore, in questo caso ad ammoniaca) permetterebbe di avere dei sistemi Zev (“zero emission vehicle”) o quasi, dal momento che la combustione dell’ammoniaca restituisce come prodotti soltanto vapor d’acqua e ossidi di azoto abbattibili con tradizionali sistemi catalitici.

«Per questo primo prototipo – ha spiegato Nicolò Doveri, General manager E.D.I. Progetti e Sviluppo – abbiamo scelto di fare un veicolo di servizio. Rispetto ad altri ibridi, non ha costi di realizzazione superiori, con il vantaggio che un pieno ad “ammoniaca” costa la metà rispetto alla benzina: con 18 litri (tanto è capiente il serbatoio) si possono fare 100 km oltre ai 40 in cui il veicolo può andare a sola elettricità. Le prestazioni le abbiamo volutamente limitate visto il tipo di mezzo: va a 70 km/h se ad ammoniaca e a 40 km/h se ad elettricità. A livello di emissioni poi non produce polveri sottili, nessun idrocarburo o composti dello zolfo, né CO, né CO2»

greenreport

Pontedera (PI): Un motore ad ammoniacaultima modifica: 2012-02-13T17:18:09+01:00da minobezzi1
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