Carrara: Al Polvaccio, da Michelangelo a Cattelan


Gli antichi romani sono stati i primi, poi è arrivato Michelangelo, ora è la volta di Cattelan. La cava del Polvaccio di Carrara racchiude la storia artistica e culturale d’Italia. Qui è stata prodotta anche L.O.V.E. (in foto sotto, a sinistra) e le maestranze dell’azienda Cave Michelangelo di Carrara, proprietaria dello storico sito estrattivo, hanno provveduto alla sua installazione in Piazza Affari.

“In questa cava si sono riforniti gli artisti più famosi di ogni tempo. E, in questi ultimi anni, abbiamo assistito a una riscoperta dell’uso di questo materiale nella scultura: merito anche di Cattelan che ha sdoganato la sua presunta inattualità”, spiega ad Affaritaliani.it Luciano Massari, artista, direttore del laboratorio artistico dell’azienda, ‘Studi d’Arte Cave Michelangelo’, e docente di scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, in occasione dell’inaugurazione della Carrara Marble Week mercoledì 23 maggio.

Cave Michelangelo di Carrara è nata quasi quarant’anni fa, ma si lega alla storia più antica del nostro Paese…  
“L’azienda, in questi quasi quarant’anni, ha raggiunto numeri di tutto rispetto: circa 25 milioni di fatturato, una cinquantina di dipendenti, tra le 50 e 60 mila tonnellate di marmo estratte ogni anno e clienti in tutto il mondo. Estraiamo marmo bianco tra il più pregiato, lo “statuario”, lo stesso che ha dato forma alla cultura artistica del nostro Paese, quello della Cava del Polvaccio. E’ una cava molto antica: ne parla già Plinio il Vecchio, ed il suo materiale è stato utilizzato in molti dei monumenti della Roma imperiale, dalla Colonna Traiana all’arco di Settimio Severo. Nel Rinascimento e in età moderna ne hanno fatto uso Michelangelo, Bernini e Canova. Michelangelo è stato un frequentatore assiduo di Carrara e della Cava del Polvaccio, da cui proviene il materiale impiegato nei suoi capolavori: dalla Pietà di San Pietro, alle statue per la Tomba di Giulio II”.

 

marmo

Anche il titolare, il commendator Franco Barattini ha ‘lunga’ storia, quasi fiabesca: quando ha iniziato a lavorare in cava e come è riuscito poi ad affermarsi?

“Quella di Franco Barattini, che oggi ha 70 anni e lavora da quasi 60 anni, è il racconto di una vita d’altri tempi. Ha iniziato a lavorare da bambino, partendo dal gradino più basso del lavoro in cava (quello del bagascio, cioè il garzone) e poi ha continuato, accettando di svolgere anche compiti tra i più pericolosi del già rischioso lavoro delle cave: è stato tecchiaiolo (l’operaio che appeso a una corda ripulisce la parete dai detriti lasciati dall’esplosione) ha usato gli esplosivi, ed è un cavatore. Si è affermato iniziando a commercializzare il marmo e nel corso degli anni completando la filiera, con l’attività estrattiva e la lavorazione. Certo, sono biografie che raccontano un Paese che non esiste più, in cui doti come la passione, l’attaccamento al lavoro e la tenacia potevano dare risultati e trovare riconoscimenti”.

Da una quindicina d’anni alla cava si sono aggiunti gli “Studi d’arte Cave Michelangelo”: come è nata l’idea di questo laboratorio artistico?

“Gli studi sono nati da una idea sviluppata con Franco Barattini. Quando abbiamo deciso di impiantare i laboratori, in città stava morendo una secolare tradizione legata al mestiere della scultura e si stava perdendo tutta una generazione di persone che avevano un sapere preziosissimo e radicato nel nostro territorio. Molti laboratori, di tipo artigianale, stavano chiudendo. La scultura era ormai assimilabile all’arte funeraria, gli artisti avevano preferito rivolgersi, per i loro lavori, ad altre realtà della regione: Pietrasanta, con i suoi laboratori, in quegli anni esercitava un forte appeal. A questo si aggiunga anche un lungo esilio del marmo dall’arte contemporanea, sostituito da materiali più effimeri. Insomma, sentivamo che si doveva fare qualcosa, e allora abbiamo analizzato quelle che potevano essere le necessità degli artisti dando vita a un laboratorio in cui lavorano maestranze provviste di grande competenza e motivazione. Siamo dotati di settori gestiti con grande professionalità negli ambiti della scultura ( sbozzatura, smodellatura, ornato, i finitori i lucidatori, compreso chi fa il modellato e la formatura) ma sono settori aperti e interscambiabili, tutti sanno fare tutto, benché con preferenze e specializzazioni. Insieme ad un lavoro di formazione delle maestranze abbiamo portato avanti un lavoro di relazione con gli artisti, facendo conoscere le potenzialità espressive del marmo, destando curiosità verso tecniche e materiali che sembravano caduti in disuso, garantendo anche accoglienza a coloro che vogliono seguire da vicino le fasi di realizzazione delle loro opere”.

L’EVENTO/ Architettura e cibo, moda e arte a Carrara Marble Week

Dal 23 maggio la tradizione artistica e culturale della città si fonde con CarraraMarmotec. Aziende e istituzioni unite per un evento che coinvolgerà tutte le eccellenze con tante novità. Dopo il grande successo della prima edizione di Carrara Marble Week, che nell’estate 2011 ha coinvolto il centro storico della città, la manifestazione organizzata da Carrara Fiere e pensata come naturale estensione di CarraraMarmotec, la Fiera Internazionale di marmi, tecnologie e design, sarà riproposta, ancora più ricca di eventi e di presenze, con il coinvolgimento diretto del Comune di Carrara, Camera di Commercio di Massa Carrara, Cassa di Risparmio di Carrara, Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e Accademia di Belle Arti, l’Associazione Industriali di Massa Carrara e dell’ERP Edilizia Residenziale Pubblica  oltre che con il contributo della Regione Toscana e di Toscana Promozione.

È una decisione che nasce dalle riflessioni e delle consapevolezze nate dopo la prima edizione e l’evento, che sarà inaugurato il 23 maggio 2012 si arricchisce di una “S”, il plurale che sottolinea un prolungamento temporale perché la manifestazione, che nel 2011 era stata progettata per durare una settimana, si è protratta per oltre un mese.
L’edizione 2012, che è stata ideata con modalità di svolgimento, velocità e appuntamenti diversi, si concluderà in settembre con l’apertura di “Convivere” il festival annuale della cultura e del giornalismo, avrà una dimensione molto più ampi.
Carraramarble weeks partirà il 23 maggio e sarà un grande teatro nel quale saranno rappresentate le eccellenze del lapideo, coinvolgendo le aziende che partecipano a CarraraMarmotec.

Quali sono le tecniche di scultura più innovative?

 

“Ci avvaliamo della elaborazione 3D e della robotica, oltre all’uso di materiali diversi dal marmo, come i materiali sintetici, le resine…”

Quali gli artisti famosi con cui collaborate e quali le opere più famose per cui avete fornito il materiale?

“In questi ultimi anni abbiamo assistito a una riscoperta dell’uso di materiali durevoli nella scultura, come il marmo o il bronzo: merito anche di Cattelan che ha sdoganato la presunta inattualità del marmo. Lavoriamo con Maurizio Cattelan, Jan Fabre, Daniel Buren, Adel Abdessemed, Sislej Xhafa tanto per citarne alcuni, e per le loro opere abbiamo fornito anche il materiale. Il nostro marmo è stato utilizzato anche da artisti di fama mondiale, come Rirkrit Tiravanija, Terence Koh, Antony Gormley, in occasione dell’ultima edizione della Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, quella del 2010 curata da Fabio Cavallucci. Per quanto riguarda, invece, la produzione più classica, tradizionale, ricordiamo la collaborazione con l’editore FMR per la realizzazione dei grandi volumi con bassorilievi in marmo, dedicati a Michelangelo e a Canova, quest’ultimo donato ai Capi di Stato intervenuti al G 8 de L’Aquila, e abbiamo anche prodotto la grande copia del David a grandezza naturale per il Festival Florens 2010”.

Qual è la vostra ‘filosofia’ del marmo/dell’arte scultorea?

“Da noi vengono artisti che hanno approcci diversi con la scultura, c’è chi ha un’ottima conoscenza del linguaggio e chi si avvicina per la prima volta ad essa. Molti di loro sanno cosa vogliono ma sanno anche cosa gli manca per realizzare quello che cercano, ed è proprio in quel frangente che diventiamo utili noi, con la nostra offerta di competenza tecnica e direi anche interpretativa. Svolgiamo un ruolo delicato che da un lato cerca di rispettare al massimo l’idea iniziale dell’artista e dall’altro deve trovare dei risvolti tecnici con l’ausilio di qualsiasi tecnologia. Le soluzioni che suggeriamo non sono di tipo formale, perché l’opera è concepita dall’artista e non vogliamo entrare nel merito. Abbiamo una grande responsabilità per il lavoro che eseguiamo perché questi oggetti, nel momento in cui escono dal laboratorio, sono opere d’arte che finiscono nei musei e contribuiscono alla crescita dell’arte contemporanea. La nostra filosofia del marmo, inoltre, non è mai disgiunta dal legame con il territorio. Pensiamo che si debba sempre avere presente la centralità che Carrara ha avuto nella storia della scultura italiana: è sempre stata un punto di riferimento, basti pensare a Henry Moore, o a Mario Merz e a tanti altri prima di loro. La presenza in città dei grandi protagonisti dell’arte contemporanea può diventare un’ opportunità di rilancio del territorio”.

Come sarete presenti alla Marble Week?

“Oltre che con le produzioni più classiche dei laboratori, le copie della Pietà di Michelangelo, della Venere di Milo e della Nike di Samotracia, a questa edizione parteciperemo anche con due diversi eventi espositivi: IconoPlastica, con opere di cinque scultori (Daniele Accossato, Stella Barile, Alessandro Montone, Ciro Rispoli, Leardo Sciacoviello), studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, un’opportunità davvero importante per dei giovanissimi artisti. E poi con una mia installazione sul tema dei migranti, dal titolo “I santi migranti”: una barca in marmo, sospesa in aria, all’interno della quale troveranno posto una miriade di statue di santi, antichi modelli che conserviamo nei nostri laboratori. Un lavoro per il quale ho tratto ispirazione dalla lettura delle opere poetiche di Erri De Luca”.

 
Carrara: Al Polvaccio, da Michelangelo a Cattelanultima modifica: 2012-05-22T18:46:10+02:00da minobezzi1
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