…..e ancora Prato: Simone Pacini

Inaugurazione martedì 17 marzo a Prato (ore 17.30/19.30) nelle sale del Tommy Bar in viale V. Veneto 56, una mostra fotografica sulla Birmania che cerca di riportare l’attenzione su uno degli Stati più martoriati dell’intero pianeta. Alla dittatura che lo sconvolge da decenni si è unito il disastro ambientale dell’anno scorso. L’autore Simone Pacini dedica questi scatti a Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991, tenace sostenitrice della democrazia e agli arresti domiciliari da venti anni. La mostra sarà aperta fino al 10 aprile. Diecimila uccelli possono trovare rifugio su un buon albero (detto birmano).

«Questo è un piccolo insieme di foto – spiega Simone Pacini – scattate durante un viaggio in Birmania, i protagonisti degli scatti sono i volti della gente birmana e i colori delle sue terre. E’ la Birmania del Lago Inle, luogo ameno e suggestivo, dei contadini che lavorano il bambù, delle contadine nelle risaie, della vita spalla a spalla con l’acqua. Sono immagini descrittive su come la gente birmana cammina, si muove, studia, lavora, sulla loro spiritualità e sulla loro vita, sui loro ritmi, sulla loro battaglia quotidiana contro un regime silenzioso.

E’ uno sguardo con l’occhio europeo di chi li guarda ammirato e stupito. Questa mostra è dedicata a Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991 e leader della National League for Democracy, partito vincitore alle uniche e ultime elezioni democratiche e al quale è stato impedito di governare dalla repressione militare. La donna è tuttora agli arresti domiciliari».

Scheda storica: Nel 1962 il presidente della Birmania, allora democratica, fu destituito da un colpo di Stato militare che gettò il paese in una feroce dittatura. Nel 1990 si tennero per la prima volta in 30 anni le elezioni libere. La National League for Democracy portò alla Assemblea Costituente 392 membri, su un totale di 485, ma lo SLORC (State Law and Order Restoration Council), spalleggiato dall’Esercito, si rifiutò di cedere il potere, rovesciando l’assemblea popolare, ed arrestando i leader della NLD.

Il resto è storia recente: nel settembre 2007, i bonzi protestarono pacificamente contro il regime invitando il popolo ad unirsi nelle dimostrazioni. La giunta militare rispose con la violenza, ci furono almeno 200 morti. I monaci chiedevano il rispetto dei diritti e la libertà che il regime totalitario impediva. Ancora oggi la situazione politica è molto tesa (lavori forzati, lavoro minorile, repressione della minoranze etniche) e il silenzio del resto del mondo appare imbarazzante. Come se non bastasse, l’appoggio al governo birmano da parte dei governi cinese e russo impedisce al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di prendere una posizione critica nei confronti della giunta militare.


 

…..e ancora Prato: Simone Paciniultima modifica: 2009-03-15T15:40:43+01:00da minobezzi1
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