Carrara: Se Sparta piange…..:anche l’ardesia non cela fa più

L’azienda “Garbarino & Cuneo snc” chiude. La crisi ardesiaca si abbatte sull’impresa di Monleone di Cicagna di cui è titolare Franca Garbarino, presidente del gruppo Tigullio di Confindustria Genova e del distretto dell’ardesia. A rischio il posto di lavoro di 31 persone: 24 dipendenti dello stabilimento della val Fontanabuona e 7 del presidio che l’azienda ha in valle Argentina, in provincia di Imperia. Le cave sono 4: una a Moconesi, “Pussui”; due a Orero, “Gazzo” e “Luaia”, a Molini di Triora, “Capriolo Bompé”. Lunedì mattina, a Chiavari, presso la sede di Confindustria, si svolgerà il primo confronto tra azienda e organizzazioni sindacali. In quell’occasione si aprirà la trattativa sul futuro dei dipendenti che saranno successivamente aggiornati degli sviluppi con un’assemblea. Giobatta Garbarino, padre di Franca e amministratore dell’impresa, intanto, ha preparato una lettera per i dipendenti.

«Con grande dispiacere sono giunto alla decisione di fermare l’attività iniziata da me e mia moglie nel 1976 – scrive – Questa difficile conclusione della mia attività imprenditoriale è dovuta essenzialmente alla scomparsa del mercato dei tavoli da biliardo realizzati con lastre di ardesia italiana. La mia impresa, infatti, è cresciuta essenzialmente grazie a questa nicchia di mercato, che, dagli anni Ottanta in poi, mi ha portato ad avere clienti importanti praticamente in tutto il mondo». Dalla metà degli anni Novanta, però, le cose sono cambiate e Garbarino, con semplicità e chiarezza, lo spiega ai lavoratori. «Abbiamo iniziato ad avere seri problemi con la concorrenza del Brasile e della Cina, Paesi che hanno immesso sul mercato le loro produzioni di “pietra grigia” a basso costo – scrive – In questo modo mi sono trovato di fronte all’impossibilità di aumentare i prezzi come avrei dovuto fare per seguire gli incrementi annuali dei costi diretti e indiretti italiani. Questa erosione alla mia competitività è continuata nei primi anni Duemila, portando, alla metà del 2008, alla perdita completa dei clienti storici produttori di biliardi».

Garbarino racconta i tentativi di cercare altri sbocchi di mercato, alternativi, nell’edilizia, creando prodotti innovativi e, per valorizzare e sostenere l’zienda di famiglia (dove lavorano anche la moglie di Garbarino, il figlio, la figlia e il genero), proponendoli nell’ambito di manifestazioni fieristiche mondiali, «ottenendo – ammette l’amministratore – moltissimo interesse, ma pochissime, purtroppo, nuove vendite».

Quello di Giobatta Garbarino è il racconto di una lotta impari contro una concorrenza straniera «aggressiva», sul mercato con «prezzi cinque volte meno cari di quanto io non riesca a offrire». Uno scenario che ha portato alla decisione di questi giorni. «Chiudere l’attività è inevitabile», conclude Garbarino, ringraziando i lavoratori (che hanno lasciato all’azienda l’accantonamento del loro Trattamento di fine rapporto lavoro), e assicurandogli che riceveranno quanto gli spetta. «Cercheremo tutti gli ammortizzatori sociali possibili per la tutela economica e previdenziale dei 31 dipendenti – dicono Armando Firpo e Paolo Garibotto, rispettivamente segretario Cgil Tigullio-golfo Paradiso e segretario Fillea – Ammortizzatori che possano coprire il più a lungo possibile le posizioni dei lavoratori, visto che il contesto economico negativo attuale non offre prospettive occupazionali». Tiziano Roncone, segretario territoriale Cisl, e Mario Benventuto, segretario Filca, rilevano le difficoltà di un settore «che non ha saputo creare le condizioni per favorire alleanze tra aziende al fine di mantenere il mercato che avevano e difendersi dalla concorrenza. Temo non ci siano margini per salvare l’azienda Garbarino, costretta a fare i conti anche con un settore che non assorbe i lavoratori fuoriusciti».

ilsecoloxix

Carrara: Se Sparta piange…..:anche l’ardesia non cela fa piùultima modifica: 2009-06-25T12:50:00+02:00da minobezzi1
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