Un percorso che si snoda tra l’incanto dei boschi, la geometria di città impossibili e l’imponenza delle montagne, attraverso un linguaggio figurativo che tende all’astrazione, alla rarefazione strutturale e alla riduzione cromatica, predisponendo lo spettatore alla contemplazione e alla riflessione, mai a un desiderio di evasione. Sempre sensibile al vivere contemporaneo, Claudio Carli cala nel suo percorso espositivo due lavori per così dire “politici”. Not in my back yard (letteralmente “Non nel mio giardino”) un’installazione che vuole essere un’allusione all’indifferenza, all’esasperata difesa della propria sfera privata, tipica del mondo occidentale; e Maternità, una donna che allatta la sua bambina, che rappresenta la reazione dell’artista a un recente fatto di cronaca accaduto in un hotel “family” di Madonna di Campiglio, dove una giovane mamma è stata allontanata dalla sala ristorante mentre allattava il suo piccolo perché alcuni commensali avevano protestato, disturbati dalla sua presenza.
Queste due opere fungono da fulcro dell’intera mostra, mentre altre vanno a stabilire una relazione di rimandi sia formali che di contenuti, come i labirinti, le montagne e i Trapos, sfoglie di tele dipinte sovrapposte. Da ultimo, i Sipari, grandi teli di plastica traforata stampati con immagini di un bosco, costituiscono il tessuto unificante dell’intera mostra, perché assolvono la funzione visiva di quinte, oltre le quali si rivelano lungo il percorso gli altri interventi.