San Severino Marche (MC): Le meraviglie del Barocco a tavola

Bernini, Guercino Pomarancio, ed ancora Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Carlo Maratti… insomma il gotha dell’arte italiana del Seicento riunito per la mostra torna a far parlare di San Severino Marche come tappa clou nel circuito dei grandi artisti del Seicento e delle grandi mostre oggi.

La mostra appare dunque una occasione unica per conoscere capolavori  ignoti del Seicento protagonisti di una complessa e variegata stagione del barocco nelle Marche, ma è anche un’occasione per visitare luoghi indimenticabili, da sempre noti anche per una gastronomia ricca ed esuberante e che per la mostra torna indietro nel tempo regalando suggestioni ed emozioni intriganti.

 

La mostra evento dell’estate Meraviglie del Barocco curata da Vittorio Sgarbi (aperta dal 24 luglio al 12 dicembre 2010) è anche un’occasione per riscoprire le pietanze ricche e sfarzose dei pranzi dell’epoca, veri trionfi di gola, tripudio di profumi e sapori. Nel periodo della mostra i ristoratori della piccola città d’arte di San Severino creeranno, infatti, tanti diversi menù, una suggestiva incursione ispirata alle tavole d’epoca elegantemente imbandite con vivande sempre nuove e fantasiose, talvolta composizioni articolate quasi costruzioni scenografiche.

Piatti “d’autore” cucinati a pennello, potremmo dire. Piatti che si ispirano ad Orazio Gentileschi, al Caravaggio, o agli altri artisti in esposizione. Piatti che hanno il profumo dello zafferano e il sapore succulento delle carni di maiale speziate cotte al forno, gli aromi agrodolci, il gusto insolito d’ingredienti ormai rari. Cuochi di oggi, che si ispirano ai gastronomi di altri tempi, i quali usavano condire i cibi con il mosto d’uva e spargevano con generosità erbe e spezie. In occasione della mostra, e per tutto il periodo dell’esposizione, i cuochi di San Severino faranno rivivere atmosfere d’antan: alle loro tavole si potranno assaporare ricette rielaborate o reinterpretate in chiave moderna, ma che traggono spunto da testi della gastronomia seicentesca.

Un evento che unisce quindi arte ed enogastronomia, un patrimonio del gusto che possiamo assaggiare anche con gli occhi. Infatti i Tesori di San Severino, associazione che riunisce produttori locali, artigiani, artisti in occasione della mostra proporrà l’iniziativa “Sapori di Barocco”, che vedrà protagonisti quattro ristoranti (da Piero, Cavallini, LK e Locanda Salimbeni) presso i quali gli ospiti ogni sera potranno gustare, oltre ai piatti tradizionali del menu, anche un menu dedicato totalmente alla cucina barocca.

Non dobbiamo dimenticare che la cultura gastronomica del periodo barocco propone una cucina in cui il colore, la varietà ed estrosità hanno il sopravvento, in cui il cibo è sottoposto a più cotture, arricchito con molte spezie, salse abbondanti, acqua di rose, cannella e zucchero. Un piatto da portata saziava due o tre commensali perché era costituito da pasticci, focacce ripiene e timballi, che aprivano i pranzi o le cene in cui il cibo diveniva il vero protagonista. Attorno alle pietanze si costruiva un vero e proprio allestimento scenografico composto da danzatori, musicisti ed artisti. L’altro indiscusso protagonista, oltre al cibo, era il cuoco che aveva il compito di occuparsi con estrema cura della preparazione delle pietanze accostando sapori e profumi molto differenti tra loro.

Ed ecco riproposto in chiave moderna quello che si mangiava allora: al ristorante Da Piero si può assaggiare la sublime Zuppa della Regina, la storia narra che la squisitezza di questo piatto fosse talmente ricercata che Margherita di Valois desiderava assaggiarla ogni giovedì. Si può proseguire con le cotolette alla Champvalon, piatto forte che conferma la fama di “forchetta mostruosa” di Luigi XIV, e terminare con le meringhe al gelo; nel Seicento il gelato era già conosciuto grazie ad una sperimentazione: si miscelavano e congelavano insieme latte, miele, tuorlo d’uovo e un tocco di vino.

Al ristorante Cavallini si gusta il sandwich del Montague, i maccheroni alla Cardinale, il branzino alle arance e limone, e la cassata gelata di Sicilia.

Da LK, il piatto che non si può non assaggiare è sicuramente il pasticcio di maiale: nei pranzi antichi i piatti freddi erano una costante e venivano serviti come gli antipasti di oggi, anche se certamente erano molto ricchi di spezie e salse, ingredienti che oggi si utilizzano di meno. Da assaggiare il filetto alla Bellevue, creato da Madame de Pompadour che preparò questa specialità per festeggiare il suo nuovo castello a Bellevue, per finire non poteva mancare la crema chantilly con marasche candite. La crema non mancava mai nelle tavole barocche, perché per i commensali era una divertimento guarnire a piacimento le portate con salse e creme varie.

Alla Locanda Salimbeni gusteremo un ottimo piccione selvatico in salmì, frittata con peperone dolce, e per concludere le bocche di dama, la cui ricetta rimase per molto tempo segreta nonostante la semplicità degli ingredienti: farina, burro, uova, zucchero e mandorle tritate.

Un’occasione insolita per scoprire la grandezza di artisti straordinari, dalla visionarità intensa e intrigante e che anche grazie a questo hanno ispirato perfino il mondo dell’alta cucina.

 

 

San Severino Marche (MC): Le meraviglie del Barocco a tavolaultima modifica: 2010-07-07T08:52:20+02:00da minobezzi1
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