……e ancora Arezzo: Una scuola polacca per l’arte

 Gianni Micheli per arezzoweb

 
A Gòrki Wielkie (Cracovia – Polonia) si è concluso il simposio artistico internazionale “PLENER ZOFII KOSSAK”. Facevano parte di quel simposio Claudia Chianucci, scultrice residente a Montecchio Vesponi, nel Comune di Castiglion Fiorentino, insieme a Ramon Noel Tetkov e Fabio Rocca, studenti dell’Istituto Statale d’Arte di Arezzo con il plauso e l’incoraggiamento del Prof. Gian Franco Cherici, del dirigente scolastico Luciano Tagliaferri e dell’Istituto intero.
Il resoconto di questo straordinario percorso, che sta per vedere la nascita di una prossima collaborazione tra l’Istituto Statale d’Arte e la Fondazione Zofii Kossak nel segno dell’incontro tra scuola e professionismo, nelle parole della scultrice Chianucci che così scrive:

“Questa primavera, per la terza volta consecutiva, sono stata invitata a partecipare al “PLENER ZOFII KOSSAK”. Il tema sarebbe stato “l’uomo e la favola”.
Ho proposto al professor Gian Franco Cherici prima, e al dirigente scolastico Luciano Tagliaferri poi, di ampliare la partecipazione anche a alcuni studenti dell’Istituto d’Arte di Arezzo.  
I requisiti minimi erano: resistenza fisica – viaggio di 15 ore in pullman;  coraggio di fronte a tronchi in cui il più piccolo sarebbe misurato un paio di  metri; sufficiente genio creativo; capacità da boscaiolo; e soprattutto, rapidità d’esecuzione: solo 10 giorni.

Il 6 agosto, primo giorno della colonia, dopo l’arrivo di tutti i partecipanti, siamo stati accolti da un’ottima cena a base di piatti toscani. Ramon Noel Tetkov, supervisionato dal valente sottocuoco Fabio Rocca, si è rivelato un cuoco di grandi prospettive. Così, al tintinnio di calici traboccanti rosso di Montepulciano, è iniziata “L’INTEGRAZIA” artistica Italia-Polonia.
Il lavoro è iniziato il giorno seguente. Subito, qualche piccolo intoppo tecnico: manici di asce sgretolati sotto la forza bruta di giovani italiani sudati, motoseghe inceppate, diverse martellate sulle dita. Prontamente, però, arrivava l’aiuto qualificato di scultori esperti, che oltre a riparare guasti, riuscivano a sollevare pioppi a mani nude ed a eseguire tagli magistralmente dritti.
La giornata del provetto scultore si concludeva con originalissime cene polacche accompagnate dalle melodie di chitarre e pentole ritmiche.
E in esclusiva – solo per una serata, però – uno straordinario concerto di musica popolare che per me e Fabio si è rivelato una disgrazia: ci hanno obbligati a ballare. Momenti indimenticabili: per tutti.     
Nonostante la difficoltà dell’impresa, e il sole incendiario intervallato da spaventosi temporali, i lavori sono stati terminati nei giusti tempi.
Ramon ha rifinito la propria scultura usando un cannello alimentato da una bombola a GPL, con cui ha carbonizzato alcune parti del lavoro donandogli un ottimo effetto artistico quanto espressivo. Questa finitura è stata così ammirata ed apprezzata dagli altri scultori che molti hanno deciso di applicarla ai loro lavori.
Così, prima di quanto pensassimo, è arrivato il 16 agosto. L’ultimo giorno. Gli esperti della giuria, composta da professori dell’Accademia di Cracovia, si sono incamminati nel verdissimo parco della casa che fu della scrittrice Zofia Kossak, e hanno esaminato minuziosamente ogni scultura, analizzando il valore artistico, l’attinenza al tema, interrogando gli artisti sul significato profondo delle loro opere. Al termine, ci hanno consegnato gli attestati di partecipazione all’iniziativa e assegnato un premio in denaro.

In memoria di questi giorni Fabio Rocca scrive:
“Per me è stata un’esperienza indimenticabile, che mi ha aperto nuovi occhi nel mondo dell’arte.
Le giornate erano sempre piene di lavoro, andava sempre tutto bene tranne negli ultimi due giorni in cui avrei voluto abbandonare tutto, rifare le valige, e tornarmene a casa.
La fatica, il tempo che stava per finire, i muscoli che mi facevano sempre più male, non so.
Nel complesso penso sia stata una “vacanza” molto distruttiva, ma anche molto istruttiva.
Se una persona non mette il cuore nel suo lavoro non potrà mai riuscire a fare nulla di grande.
Il confronto che l’uomo ha con la favola, nel mio lavoro, non è come guardarsi allo specchio ma è come guardarsi dentro l’anima e vedere un altro TE e dover scegliere quali tra i due sei veramente…”
Fabio, nella sua scultura, ha dato forma a due corpi contrapposti, geometrici, con i volti visibili solo per metà.

La scultura di Ramon appare come un maiale partorito da una forma ovoide.
L’opera – dal titolo “TERRA BRUCIATA”- prende spunto da un racconto di Zofia Kossak che narra di alcuni maiali che rinchiusi per lungo periodo, senza cibo, in un recinto, riescono a scappare e divorano dei pavoni che rappresentano la grazia e la bellezza.

Dallo stesso racconto è nato anche il mio lavoro, intitolato “PROTEGGI LA GRAZIA DEL TUO CUORE” e rappresenta un pavone dalla testa di donna. Vuole esprimere la necessità di preservare le cose e le sensazioni belle che saranno la nostra unica salvezza.

In conclusione, questa avventura ci ha regalato molto. Vorremmo che anche altri studenti avessero la nostra stessa possibilità di vivere l’esperienza di una colonia artistica all’estero.
Per questo motivo, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, abbiamo presentato nel nostro Istituto d’Arte il progetto per realizzare, qui da noi, una colonia artistica”.  

……e ancora Arezzo: Una scuola polacca per l’arteultima modifica: 2010-09-16T09:26:09+02:00da minobezzi1
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