Capannori (LU): Rifiuti zero col compostaggio pubblico

Nasce in Svezia. E’ alta poco più di un metro ed è lunga 3 metri. E’ di acciaio inossidabile e polietilene riciclato. Riesce a smaltire fino a 20 tonnellate (pari a quelle che producono in media 250 abitanti) di rifiuti organici.

Sarebbe a dire residui di alimenti, bucce, gusci, fondi di caffè e tè, piccoli ossi, fazzoletti e tovaglioli, ceneri spente e addiritture le lettiere non sintetiche dei nostri amici felini. Ha fatto tappa solo pochi giorni fa, il 24 novembre scorso, in una mensa pubblica a Capannori, primo comune italiano ad adottarlo per uso pubblico (un caso precedente nel nostro paese è la scelta di un privato ad Ancona). Vince 4-1 di fronte alla sfida col compostaggio domestico: 4 infatti sono i mesi necessari per produrre compost casalingo, quello per intenderci con cui concimiamo l’orto o i nostri fiori, mentre la ‘macchinetta mangia-rifiuti’ ne impiega solo uno.

Ma il vero vantaggio sta nella riduzione del trasporto e delle relative emissioni  che necessiterebbe raccogliere i rifiuti delle 100 famiglie che il dispositivo riesce invece a smaltire “in diretta”. Certo il macchinario non è magico, e necessita all’anno di mille euro di manutenzione  e di 250 euro di corrente elettrica per poter funzionare.Ma è pur sempre un gran risparmio, sia per le tasche che per la salute. Capannori batte così sul tempo città come Torino dove la macchinetta automatica dei rifiuti è ancora in sperimentazione  ed arriva prima di altre grandi realtà come Cuneo, Alessandria e Roma che per ora hanno solo espresso la loro curiosità ed interesse per questo strumento.

Ma perchè proprio Capannori?Prendendo spunto da grandi città come Camberra in Australia e San Francisco in California che si sono poste come obiettivo di ridurre al massimo i rifiuti allo scadere del 2020, questo virtuoso comune toscano ha inaugurato nel 2007 il progetto
“Rifiuti Zero”. Le modalità del percorso sono allo stesso tempo semplici ed efficaci: utilizzo della raccolta “porta a porta”, un sistema tariffario basato sulla effettiva quantità di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e non, un efficace sistema di riutilizzo e riciclaggio di tutto ciò che può essere recuperato, un sistema di monitoraggio del progetto stesso oltre a corsi di formazione sulla riduzione degli sprechi  e sulla logica del riuso. Insomma un esempio che, di fronte alle immagini angoscianti che ci giungono da regioni come la Campania, può e deve essere seguito per risolvere l’annoso problema dello smaltimento dei rifiuti.

Eliminarli con la bacchetta magica non è possibile, non è fantascienza invece ridurli quasi a zero. Mai aspettare però che qualcuno lo faccia al posto nostro: Gandhi diceva: sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. La prima azione quindi deve partire dal singolo cittadino che deve dimostrare attivamente senso civico e rispetto.

Le parole chiave sono riciclo-riuso-risparmio: fa già molto scegliere prodotti con imballaggi riciclabili quando andiamo a fare la spesa, utilizzare un paio di scarpe un anno in più piuttosto che buttarle magari solo perchè passate di moda, prestare e prendere in prestito oggetti se non ne abbiamo un bisogno quotidiano, e questo solo per fare qualche esempio. Capannori è un esempio vicino che dimostra come una corretta raccolta differenziata e minore spreco possano formare una squadra vincente.

Lara Di Caro per quotidianoapuano

Capannori (LU): Rifiuti zero col compostaggio pubblicoultima modifica: 2010-11-28T15:46:00+01:00da minobezzi1
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