Carrara: Identità policentrica

Ecco un breve saggio dell’estensore di ottopassi, brillante e battagliero blog carrarese, sull’identità di quella città di frontiera che pochi  toscani conoscono:
 

Esiste Carrara? Oppure per Carrara si intende il più piccolo tra i rioni in cui si divide il Comune, cioè il Centro Storico, 11.000 abitanti su 66.000?
Il quartiere più povero e più anziano per età media dei residenti che diventa la misura di tutte le cose… Dalle vendite natalizie all’inquinamento, dalla mancanza di bar aperti la domenica ai parcheggi….Spesso giudichiamo “Carrara” da ciò che avviene nel Centro Storico, ma se questo aveva ancora un senso qualche decennio fa quando il Centro Storico esercitava una sua egemonia culturale, economica e per numero di abitanti sull’intero  Comune, oggi è ancora vero? E la perdita di centralità (scusando il bisticcio) del Centro Storico non è forse legata alla perdita di centralità del lapideo?
Carrara nasce come “comune federato”, una federazione di “comunelli”, le “vicinanze”, che trova in Carrara-Centro, il luogo egemonico amministrativo e culturale: la sede del comune, la sede dei movimenti politici e sindacali ed ovviamente la sede della identità legata al marmo.
E’ possibile individuare una data, seppur di riferimento, quando “tutti i nodi vengono al pettine”, cioè quando si inizia a perdere l’identità legata al marmo?
Proponiamo un periodo, un anno, il 1971.
Negli anni ’70 si determinano almeno tre sostanziali discontinuità:
a)      La modificazione strutturale dell’economia lapidea con l’introduzione della commercializzazione e lavorazione dei graniti. “Carrara emporio mondiale dei marmi, delle pietre e dei graniti”, un’industria non più legata al solo marmo bianco di Carrara, la nascita di nuove aziende, di nuovi imprenditori in parte non più legati o derivanti dal mondo delle cave, il conseguente sviluppo del porto di Marina di Carrara…
b)      Negli anni ’70 la Zona Industriale Apuana attraversa la fase di massima occupazione, gli occupati nell’industria non lapidea, superano abbondantemente gli occupati nel marmo.
c)      Carrara-centro perde inesorabilmente popolazione ed è superata dalle sue frazioni.
d)    Una parte della borghesia carrarese inizia a lasciare il Centro Storico e si trasferisce a Marina di Carrara o nelle ville in collina.
Quindi identità diffuse e un’identità policentrica…
 Ma davvero un residente di Avenza, di Marina di Carrara, di Colonnata…dei paesi a monte,si sente “carrarino”?
La “fortuna” o la ricchezza di Carrara è di avere delle frazioni che rivendicano una propria identità ed originalità, sganciata da quella di Carrara-Centro.
Un tema che, ad esempio, a Massa non esiste se non in misura minore, come a Sarzana o Pietrasanta dove il Centro Storico della città è anche l’unico vero centro economico culturale, insediativo dell’area (le zone marine di Pietrasanta, Sarzana, Massa, vivono solo d’estate, non come Marina di Carrara; non esistono in queste città a noi vicine quartieri più importanti come abitanti e anche come numero di attività commerciali dei rispettivi centri storici come invece accade ad Avenza, Bonascola, Marina di Carrara rispetto al quartiere di Carrara-Centro).
Alcuni elementi caratterizzano l’identità di una comunità: il linguaggio, le tradizioni, la storia.
Piccoli indizi….
Il patrono di Massa è San Francesco. Nel giorno del patrono c’è “la” fiera del comune.

Il patrono di Carrara è San Ceccardo, la fiera si svolge per Sant’Andrea. Ma la fiera di Sant’Andrea non è la più importante del Comune. C’è la fiera di San Marco ad Avenza, di San Giuseppe a Marina di Carrara che hanno la stessa tradizione ed importanza.
A Massa esistono due mercati ambulanti il martedì a Massa ed il venerdì a Marina di Massa, ma il mercato di Marina di Massa ha una importanza solo nei mesi estivi. A Carrara, in ordine di numero di banchi: il giovedì il mercato a Marina di Carrara, il lunedì a Carrara, il mercoledì ad Avenza .
A Massa si rappresentano, a volte, commedie in dialetto massese.
A Carrara c’è un dialetto “carrarino”, un dialetto “avenzino”, un dialetto “marinello”, un dialetto “colonnatese”…ognuno con una propria specificità ed i propri cultori.
 A Marina di Carrara c’è una tradizione marinara (i marittimi, il porto, il cantiere, il club nautico, il turismo,la pesca) che ancora caratterizza in parte l’identità della località e non coincide con quella lapidea. Mentre Avenza, proprio per la sua collocazione, ha anche una importante esperienza manifatturiera industriale…
La caduta di una identità collettiva, ancorata al marmo ed a Carrara Centro, il riemergere del particolarismo di quartiere, del soggettivismo, frutto, ovviamente, di fenomeni sociologici più generali e complessi, ha degli immediati riflessi nei risultati e nell’efficacia dell’azione amministrativa e di governo.
Non bisogna dimenticarlo….Per questo “Marmo. Non solo marmo” e “l’Economia del Mare” è la prospettiva in un ridisegno di integrazioni economiche e di vecchie e nuove identità culturali.   

Carrara: Identità policentricaultima modifica: 2011-01-03T19:08:00+01:00da minobezzi1
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