Grosseto: Maremma, malaria, mare

 

Maremma e malaria iniziano ambedue con “maformula onomatopeica in cui è racchiuso il gesto di suggere il latte materno, di poppare. La parola mamma ripete e soddisfa la fame del neonato, l’attaccamento alla fonte di vita.

Leopoldo II decise di affrontare un viaggio in Maremma per vedere, per rendersi conto di persona. Come un buon padre, volle sapere in che condizioni vivevano i sudditi, figli suoi e di questa terra che ne nutriva le speranze e le paure.

Anche mare inizia con la “m”, dodicesima lettera dell’alfabeto latino che attraverso il greco risale al fenicio dove aveva la forma di una linea ondulata con un tratto finale più lungo. Simboleggiava le onde dell’acqua (mem).

Il termine maremma deriva da maritima, neutro plurale dell’aggettivo maritimus; qualcosa che ha una stretta connessione con il mare. Il vocabolario va al sodo e alla voce maremma ci dà un’immagine completa in ogni dettaglio: conformazione paludosa delle coste quando è troppo debole l’azione del mare. Preciso, quasi imbarazzante. La debolezza del mare e l’abbandono della terra! Un dolce strazio, fato e tenerezze geologiche.

E ancora – coniugando questo abbraccio accennato alla solitudine, al tempo, allo spazio vuoto – dal tardo latino approda l’espressione semplice, sonora: loca mari vicina, luoghi vicini al mare che ne respirano il vento.

Prima del 1250, il poeta Cielo d’Alcamo scriveva mare al posto di madre, dandoci senza pretesa alcuna la chiave che cercavamo e che i miti ripetono fino alla nausea. Tutto nasce dal mare e tutto vi fa ritorno.
È il campo mutevole del destino: morte, rinascita, perpetuo divenire.

La prima menzione scritta della maremma risale al Medioevo, nel 762, “in loca maritima ubi vocitator ad casale Episcopi”. Una semplice annotazione geografica, un banale indirizzo mentre più di settecento anni dopo, Martin Sanudo ci informa che “il marchese di Ferara ha mandato in mariema di Siena a comprar animali per condurli a Ferara per far carne”.
Far carne non si dimentica facilmente, è un cazzotto nello stomaco. Chi aspettava a Ferara, chiedeva come quelli in mariema. Tutti cercano un buon duca.

 

Nicola Dal Falco per Teatro Naturale

Grosseto: Maremma, malaria, mareultima modifica: 2011-02-19T09:40:51+01:00da minobezzi1
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Un pensiero su “Grosseto: Maremma, malaria, mare

  1. Qualche anno fa si diffuse la notizia della presenza di possibili giacimenti d’oro nelle zone del grossetano e del senese, i risultati degli indagini iniziali sul terreno sembrarono dare risultati molto positivi tanto da spingere alcune società del settore minerario a richiedere permessi per eseguire indagini geologiche sul territorio. Qualcuno cominciò a vedere nell’operazione importanti sbocchi economici, molti si schierarono decisamente contro per la salvaguardia di un territorio che promette importanti sviluppi turistici che potrebbero portare la zona a livello di altre importanti realtà toscane. Autorizzate le indagini un paio di società tra cui una Italiana si misero al lavoro per il campionamento delle zone interessate, dalle voci iniziali sembrava che anche tali indagini fossero positive per ulteriori sviluppi, sui quali al momento non sono stati però fatti passi concreti tanto da porre dubbi sulle reali potenzialità del territorio per lo sfruttamento aurifero. Per adesso il silenzio caduto su tutta la vicenda fa ben sperare i numerosi comuni e associazioni presenti sul territorio che già si erano mobilitate per fermare eventuali operazioni che potrebbero avere importanti ricadute negative su un territorio che da anni si sta attrezzando sempre di più per essere all’altezza di attività di interesse artistico e culturale e ambientale che inevitabilmente potrebbero essere danneggiate da un’industria come quella mineraria ad alto impatto ambientale.

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