Montecarlo (LU): Il Buonamico


Quando i ristoratori se lo potevano permettere, per rifornire di buon vino bianco le proprie tavole non ci pensavano due volte a comprarsi una tenuta in Toscana e tra le migliori zone vitate e produttrici già dall’846 d.C. c’è sempre stato quel fazzoletto di terra intorno al borgo di Montecarlo, vicino Lucca. Oggi si assiste ad investimenti e un rinnovato interesse, come dimostrano nomi noti come Michi, Fattoria del Teso, Wandanna e piccoli “cult” come il vino di Romano Franceschini (sì, proprio quello lì) e Gino “Fuso” Carmignani. Il tutto in una provincia enoicamente in ascesa a partire dalle punte di diamante biodinamiche come Tenuta di Valgiano, Podere Concori, Fabbrica di San Martino.

Montecarlo vanta una bella storia di vini bianchi che godono di un microclima fresco e molto particolare (vento, colline, zone pedemontane sotto le Apuane, mare che si sente e mitiga) e un sottosuolo variegato e vocato. In più, il genio della ricerca italica che già alla fine del 1800 porta qui alcune varietà francesi come roussane, semillon , pinot grigio e pinot bianco ma anche mourvedre e syrah per unirli a varietà localmente un po’ scorbutiche come malvasia, trebbiano , sangiovese, ciliegiolo e canaiolo. Il risultato furono vini che divennero persino presenza fissa alla corte dei Savoia nelle occasioni ufficiali e vino da tavola per lo storico ristorante Gatto Nero di Torino, che fu appunto il fondatore della Tenuta del Buonamico, già Fattoria del Buonamico prima del moderno restyling messo in opera dal 2008, anno in cui la famiglia Fontana acquisice l’azienda.

Azienda che nel frattempo ha raggiunto i 35 ettari offrendo una gamma molto variegata a partire dai due vini innovativi a 10,5 %, in pratica due versioni raccolta precoce dei vini doc locali bianco e rosso, accattivanti nel packaging e sbarazzini nel bicchiere. Poi i vini storici (che rappresentano il grosso della produzione aziendale) ovvero il Montecarlo Bianco e Rosso, due monovitigno bianchi come il Pinot Bianco e il Vermentino e due ex-supertuscans come il Cercatoja e il Fortino. Ma non lasciatevi ingannare dalle etichette , il Cercatoja (born 1975) è in realtà un Montecarlo doc in un’area molto specifica con terreni particolari argillosi a medio impasto e giacitura ideale sud sud ovest mentre il Fortino è un “vecchie vigne”, tra i più antichi vigneti di syrah della penisola.

Due bottiglie che hanno attraversato gli ultimi decenni di vino toscano assieme ai doc locali, tutti esposti e conservati nell’inferno sotto casa in un percorso curioso e affascinante dal fiasco alle attuali concezioni di design.

Ecco gli assaggi che abbiamo eseguito:
10,5 Igt Toscana Bianco
Anticipo vendemmia , stessi vitigni della doc, floreale ammandorlato, fresco piacevole, bocca tranquilla coerente al naso, molto floreale di pesca e tiglio, finale citrino appena sapido. 78

Montecarlo Bianco Doc 2010 (anteprima)
Naso ammutolito dalla gioventù ma netto il floreale di biancospino e mughetto, ginestra e pesca, bocca splendida finale sapido gessoso con ritorni agrumati interessantissimi, per niente caldo, chiusura ammandorlata. 86

Vermentino 2010 (anteprima)
Semplice e diretto , schietto stile Colli Apuani, salvia e mentuccia in mezzo ad agrumi e note tropicali appena accennate. Bocca asciuttissima fresca e ben contrastata, perfetto da pasto e senza increspature. 83

Rosato 2010 (sangiovese, canaiolo e syrah)
Non da salasso e si sente, arancio e fragola in un bel mix, nota di bergamotto, bocca lieve e quasi provenzale, notevole sapidità del territorio che emerge senza filtro. 82

10,5 Rosso Igt Toscana 2009 (sangiovese 60%, cabernet merlot syrah 40%)
nota di lampone e viola, felce e lavanda, bocca asprina appena tannica molto dissetante, finale di fragola di bosco. 74

Montecarlo Rosso 2009
Naso mediterraneo lieve tra lavanda resina di pino e ciliegia, un goccio di mora e ribes rosso, bocca fresca vivace, finale interessante di ciliegia e prugna, finale di buona persistenza. 80

Cercatoja Igt 2008 sangiovese 30% cab e merlot
Tra i primi supertuscan della storia (prima annata 1975!) oggi si presenta bello ricco presente e spumeggiante, stile internazionale nobilitato da sapidità e note mediterranee, bocca ovviamente giovane e un pó compressa, ma frutto soffice di ribes nero e mora, poi in bocca tabacco e ciliegia, tannino da appianarsi, sapido di terroir. 84

Il Fortino 2008 (Syrah 100%)
Da vigneto di quasi 50 anni (piantato nel 1964) tra i più vecchi in Italia, espressione molto umorale e personale, dolce ma non troppo, ribes nero e mirtillo, cuoio e note ematiche, bel finale con tannino fitto e rotondo da vecchia vigna, ritorni balsamici e aromi di sottobosco. 88

Convicono ovviamente i bianchi con una nota di territorio molto ben riconoscibile al di là dei vitigni utilizzati, capaci di lasciare una bocca affascinata e appagata. Tra i rossi spicca molto nettamente il Fortino ma anche gli altri hanno un piglio deciso che non fa sconti, non seguono le mode e cercano solo di essere se stessi. Gran fermento con cantiere avviato per la nuova struttura di imbottigliamento, stoccaggio e accoglienza che permetterà di separare le zone di vinificazione bianco/rosso e gestire al meglio la zona di affinamento in legno e soprattutto energia, voglia di fare e di confrontarsi, sul web (non mancano blog, bio e info dettagliate, video, foto) e de visu.

Per esempio qui possiamo conoscere Eugenio Fontana e il “suo” Montecarlo bianco:


Montecarlo (LU): Il Buonamicoultima modifica: 2011-03-04T17:13:38+01:00da minobezzi1
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