Arezzo: Le aree ex-Lebole

Dichiarazione del consigliere Mario Bruni

La pratica per la trasformazione dell’area Lebole è ormai all’ordine del giorno in Consiglio Comunale. Siamo quindi giunti al momento delle decisioni, dopo anni di vani tentativi ed un dibattito non sempre  ricco di contenuti. Sembra che gli unici interessi siano la quota di commerciale, la sua distribuzione e quindi chi progetta e costruisce.

Non si tratta di argomenti di scarso rilievo. Certo, sono interessi assolutamente concreti e che nessuno può permettersi di sottovalutare, ma è bene ribadire che sono anche altri gli aspetti che meritano attenzione e che sembrano al momento un tantino trascurati. Non possiamo nascondere che avremmo gradito proprio per farli emergere, soprattutto in questi ultimi mesi, un dibattito ed un confronto a più voci, con un numero maggiore di protagonisti.

Che si fosse svolto in sale gremite di cittadini piuttosto che soltanto sulle pagine dei giornali. Che avesse dato luogo a molte domande e quindi obbligato alle necessarie risposte. Ma se così non è stato, siamo comunque in tempo quanto meno a proporre alcune riflessioni, augurandoci che siano meritevoli di una qualche considerazione. Proviamo. In un’ottica di trasformazioni urbane che interesseranno da qui in avanti la nostra città, possiamo assegnare un ruolo specifico a ciascuna di esse, eventualmente quale e con quali obiettivi? Oppure si tratta solo di costruire negozi, uffici ed appartamenti? Partiamo da qui, dalla necessità di recupero di grandi aree attraverso le quali, altrove, si stanno creando nuove opportunità con lo sguardo volto, in particolare, alla valorizzazione culturale ed alla diversificazione produttiva, dando vita a luoghi dove si sperimentano strategie di rilancio e politiche di rigenerazione urbana. Argomenti quali competitività territoriale, inserimento di nuove funzioni, correzione di squilibri sociali, un livello maggiore di qualità urbana ed ambientale, devono essere il risultato dei progetti di rigenerazione di queste aree. 

Ed è in questo contesto che si possono delineare le premesse per una nuova fase di sviluppo, puntando su innovazione tecnologica e culturale, su funzioni pregiate e la conseguente produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto. Forse solo agendo così si può recuperare il senso e dare concretezza ad una “cittadella degli affari”, sede di attività direzionali non solo a supporto del polo fieristico, ma ulteriore elemento di propulsione per tutta l’economia aretina. Certamente tutto questo non può prescindere dal naturale coinvolgimento delle migliori risorse economiche, professionali ed intellettuali della città. Come necessita di una cornice progettuale di elevata qualità, sia dal punto di vista architettonico che più propriamente urbanistico, in grado di dialogare con il resto della città ed al tempo stesso di trasmettere all’esterno un’immagine innovativa ed accogliente, competitiva, ponendosi così nella condizione di poter attrarre anche nuove risorse provenienti dal mercato. Contemporaneità, dinamismo, innovazione e qualità urbana: la promozione della città non più affidata solo ai pregiati scenari del centro storico.

Tutto questo è soltanto frutto di un bel sogno o ne possiamo discutere? Ci sono idee migliori? Bene, che qualcuno si faccia avanti. Abbiamo bisogno di occasioni di discussione, di momenti capaci di catalizzare l’interesse generale, di motivare un’identità collettiva che appare un po’ indebolita e valorizzare le ancora significative potenzialità del sistema locale. Quindi, vediamo di superare quelli che sembrano essere, sì argomenti importanti, ma di pura valenza tattica. Alziamo lo sguardo e cerchiamo, con uno sforzo comune, di delineare una strategia vincente per il futuro.

arezzoweb

 

Arezzo: Le aree ex-Leboleultima modifica: 2011-03-28T10:25:56+02:00da minobezzi1
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