Livorno: Il WWF e la spazzatura

 

 

Il Wwf di Livorno interviene oggi sul dibattito sul futuro della gestione dei rifiuti nell’area livornese. L’associazione ambientalista, in una nota firmata dal presidente Diego Guerri, sostiene – secondo noi giustamente – che «La discussione sul Piano Interprovinciale deve essere un’occasione di ripensamento dell’intero sistema di gestione dei rifiuti» aggiungendo che « si deve basare (secondo la gerarchia dei rifiuti stabilita dalla Direttiva Europea e recepita dalla Legge nazionale) prima di tutto sulla riduzione della produzione dei rifiuti, poi sulla preparazione al riutilizzo e sul riciclaggio, solo dopo (sulla parte residuale) sullo smaltimento (incenerimento e discarica)». Qui va segnalato per chiarezza che quando si indica- correttamente- la gerarchia non è poi da interpretare ogni passaggio subordinato all’altro anche in termini temporali, ma tutti i passaggi vanno agiti contemporaneamente. E sempre per correttezza va segnalato  che per la parte residuale si parla di recupero energetico e non si smaltimento relativo solo alla discarica, questo sì ultimo anello del ciclo. Ma detto questo il Wwf fa bene a sottolineare che «Iniziare a discutere del sistema di gestione della filiera dei rifiuti dall’opportunità o meno di costruire un maxi inceneritore, ovvero dalla fine del percorso, ci sembra concettualmente sbagliato e contro ogni logica di pianificazione. Oltretutto le previsioni di incremento della produzione dei rifiuti contenute nel documento preliminare del Piano Interprovinciale sono legate alla crescita del PIL regionale, un indicatore di sviluppo economico ormai superato ed insufficiente per governare la questione rifiuti: per una comunità che vive su un pianeta finito continuare a sprecare sempre più risorse non può portare che alla rottura irreversibile del sistema». Anche questo concettualmente condivisibile pure se bisogna fare i conti con il fatto che il Pil è ancora l’indicatore di riferimento.

«Ipotizzare la costruzione di un nuovo inceneritore – spiega sempre Guerri –  significa inevitabilmente pensare di poter rimandare ancora il raggiungimento di traguardi virtuosi nella riduzione e nel riciclaggio e dunque anche rinviare gli obiettivi della delibera Rifiuti-Zero del Comune di Livorno. Il fatto poi che i costi della raccolta differenziata sono molto alti, come viene ripetuto da AAMPS, può avere molteplici cause che vanno esaminate con attenzione: la normativa e il mercato non incentivano come dovrebbero il commercio di materie prime seconde, l’area livornese non è dotata di impianti che possano riciclare i rifiuti a basso costo, il prodotto della differenziata livornese è di pessima qualità per la poca consapevolezza dei cittadini (evidentemente ancora non adeguatamente responsabilizzati-incentivati-informati) e con una raccolta porta a porta che stenta a decollare ecc. Credere nella raccolta differenziata e nel riciclaggio significa proprio incentrare la discussione su queste problematiche e adoperarsi per trovare soluzioni».

Un ragionamento questo però condivisibile solo in parte. La termovalorizzazione non è infatti alternativa alla raccolta differenziata come evidente in realtà avanzate quali la Germania. Il punto semmai è avere degli impianti adeguati rispetto al flusso di rifiuti (urbani e speciali) che vengono prodotti nell’area certamente nell’ottica di riuscire a diminuire quanto più possibile l’esigenza di smaltimento finale. L’idea del maxi-inceneritore (definizione che a noi non piace) dovrebbe essere affrontata in maniera diversa, ovvero alla fine di una vera pianificazione. L’idea di ridurre gli impianti nel numero e di farne magari solo uno al servizio di tutti, non è affatto peregrina. Ma quello che si legge è invece un fiorire di impianti che non è chiaro come si collocano nella pianificazione di Ambito. E il punto è – visto che si parla di ambiti territoriali ottimali – oltre a quali e quanti impianti anche quale sia eventualmente il luogo ottimale dove realizzare l’eventuale impianto unico. Perché Livorno e non Pisa? Quali sono i criteri? Quelli accettabili secondo noi sono solo quelli della sostenibilità ambientale, che vuol dire quanti scritto sin qui.

Il Wwf conclude poi segnalando che «il tema dei rifiuti, compreso lo spinoso comparto dei rifiuti speciali, è sempre più spesso al centro di gravi conflitti socio ambientali anche non lontano da casa nostra – il caso dell’autorizzazione della discarica del Limoncino ne è un esempio – e il dibattito, così come è stato impostato, rischia di acuire lo scontro tra cittadini e istituzioni. Chiediamo dunque che tutte le strategie del Piano Interprovinciale siano davvero messe sul tavolo della discussione almeno nella fase di Valutazione Ambientale Strategica, anche attraverso processi democratici di partecipazione (L.R. n. 69/2007) e che in quel momento sia possibile davvero esaminare e comparare delle scelte alternative di sviluppo e poter incidere sul risultato con un sistema efficace di coinvolgimento degli attori locali, senza spostare sempre il discorso sull’impiantistica, ma in una seria pianificazione che vada verso uno sviluppo sostenibile per l’intera area».
Dopodichè sarebbe bene decidere.

greenreport

Livorno: Il WWF e la spazzaturaultima modifica: 2011-04-08T17:50:00+02:00da minobezzi1
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