Fivizzano (MS): Pietro Cascella


lente d'ingrandimento

 

 

La presenza di arte, in un territorio, rivela il suo tipo di cultura, i suoi orientamenti, la sua vitalità, e può costituire perfino un indice della sua capacità di proiettarsi nel futuro. Si tratta di una tematica che è costantemente rimasta al centro della poetica e della ricerca del grande scultore Pietro Cascella (1921‐2008) che, nato sul mare Adriatico, a Pescara, ha scelto di vivere, sino alla fine dei suoi giorni, in una terra come la Lunigiana, dalla natura incantevole segnata da una storia antichissima, abitando in quella Fivizzano definita da Carducci “una perla sperduta tra i monti”. Il binomio scultura/ambiente è stato fondamentale per Cascella sin dagli esordi del suo operare: la scultura deve essere pensata per un luogo, per interagire con lo spazio fisico della sua destinazione; deve coinvolgere l’ambiente e trasformare lo spazio, facendone una soglia aperta sull’origine dell’esistenza e del pensiero. In questa ricerca, l’immaginazione simbolica dialoga ininterrottamente con la dinamica della struttura cosmica, generando un’opera in cui l’assoluto rigore ideativo e compositivo si annoda alla consapevolezza dell’immensità del cosmo e dell’infinità creativa delle sue manifestazioni. Il carattere di scultore “ambientale” di Pietro Cascella è dunque tale da mettere in atto una vera comunicazione artistica “pubblica”, che si nutre nello stesso tempo delle radici di arcaiche fondamenta antropologiche e delle più vive energie della contemporaneità. Evocando la natura originaria nel suo modo di trattare la pietra, l’artista è infatti riuscito a creare, entro lo spazio urbano, luoghi plastici dedicati alla vita della gente, fatti per essere abitati, fisicamente e nel contempo simbolicamente. Luoghi di incontro, di dialogo e di memorie collettive. Pietro Cascella considerava la dimensione “pubblica” ‐ sia quella urbana che quella degli spazi semplicemente aperti ‐ come la dimensione privilegiata del suo operare. La bella Piazza di Rometta, presso Fivizzano ‐ ultima opera monumentale realizzata dall’artista, che a tre anni dalla sua morte viene oggi inaugurata ‐ riflette perfettamente questa vocazione. Cascella ha dialogato creativamente con il “genius loci” del borgo, nella concezione di questa piazza destinata a un mercato di prodotti locali, geograficamente e simbolicamente punto d’intersezione fra tre parchi naturali: il Parco Regionale delle Alpi Apuane, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco‐Emiliano e il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Gli elementi plastici e parte della pavimentazione della grande piazza sono stati realizzati in marmo di Carrara; in pietra grigio arenaria dell’Appennino il resto della pavimentazione . Al centro è collocata una grande fontana circolare con tre getti, a simboleggiare i tre parchi; sul lato lungo verso la ferrovia una serie di panche‐scultura, e sul lato opposto imponenti tavoli in marmo; ai quattro angoli dei lampioni‐portabandiera, anch’essi in marmo, controbilanciano con il loro slancio verticale la dominante orizzontale di quest’opera‐ambiente. Pur avendo seguito fino in fondo la realizzazione di tutti gli elementi, Pietro Cascella ‐ scomparso nel maggio 2008 ‐ non ha fatto in tempo a vederli completamente installati. Le operazioni conclusive relative al montaggio sono state in gran parte supervisionate da Cordelia von den Steinen, consorte di Pietro Cascella e a sua volta scultrice assai valente ed originale, stilisticamente lontana dal marito, ma da sempre capace di assisterlo nella realizzazione dei suoi progetti con grande sensibilità e precisione. Fortemente tesa a inserirsi nel tessuto relazionale della comunità locale, quest’opera di Cascella si pone dunque come elemento d’interruzione dei processi percettivi sclerotizzati dalla quotidianità, come interlocutrice che sollecita con forza una diversa percezione del luogo fisico, dello spazio sociale, dell’ambiente culturale. Un intervento indotto da una passione morale, che avvicina il nostro scultore ai grandi utopisti della modernità, secondo i quali l’arte deve tendere a cambiare il mondo e la vita degli uomini, rendendoli coscienti e partecipi della dimensione collettiva. Nella sua poetica, lo spirito di conservazione di un luogo e della sua storia, il rispetto e la meraviglia legati all’idea di “museo”, si fondono splendidamente con il senso di vitalità del presente e con la coscienza della necessità di confronto con il contemporaneo. L’artista aveva compreso perfettamente che conservare e valorizzare i tratti peculiari dei nostri spazi urbani e rurali, dei nostri luoghi ‐ di residenza o di origine ‐ non vuol dire attardarsi in un fastidioso compito di tutela del vecchio: significa invece operare affinché possa conservarsi la vitalità di una cultura, di una forma di identità nelle sue interne differenze e articolazioni. Allora anche la indubbia, ed essenziale, dimensione estetica di questa Piazza ‐ come di tante altre opere monumentali di Pietro Cascella ‐ non consiste più semplicemente nel diletto che ne trae lo sguardo più o meno competente dell’osservatore esterno, o nella soddisfazione in varia misura predatoria del turismo: ritorna ad essere la qualità intrinseca in cui si esprime l’alleanza tra i caratteri naturali e quelli culturali, intrinsecamente simbolici, del luogo. Dunque, il vero “genius loci” del borgo antico di Rometta. Silvia Pegoraro

Fivizzano (MS): Pietro Cascellaultima modifica: 2011-05-31T15:44:26+02:00da minobezzi1
Reposta per primo quest’articolo