Pienza (SI): Pio II, papa commediografo


Criside è una semisconosciuta commedia scritta dal famoso umanista senese Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), salito al soglio pontificio con il nome di Pio II nel 1458. E’ composta da diciotto scene divise in cinque atti; lo stile è quello satirico delle antiche opere comiche di Plauto e Terenzio, spesso citate nel testo in modo esplicito. Ma il modello di Piccolomini è anche il Boccaccio del Decamerone: la figura del cuoco Artrace ricorda infatti quella piu’ celebre di Chichibio con annesso riferimento diretto alla cena con coscia di gru.

La trama della commedia è piuttosto esile: due attempati chierici, Diofane e Teobolo, vengono piantati in asso da Criside e Cassina, due donne di “malaffare” con cui avevano concordato un incontro amoroso ai bagni pubblici. Le ragazze preferiscono le attenzioni di due amanti piu’ giovani, e imbastiscono un complicato intrigo per soddisfare le loro voglie amorose e non perdere i soldi dei due preti viziosi. Alla fine, dopo una serie di disavventure e colpi di scena, tutti i personaggi dell’opera si riterranno soddisfatti, con annessa irrisione della morale tradizionale (“la virtu’ va sudata”).

E’ curioso che una figura cosi’ importante nella storia della Chiesa – per via della sua opposizione all’espasionismo turco – abbia realizzato un lavoro cosi’ beffardo nei confronti dei valori cristiani e dell’ordinamento ecclesiastico. L’enigma è presto risolto: Piccolomini scrisse Criside quando era semplice segretario dell’imperatore Federico III a Norimberga, lontano mille miglia da qualsiasi tentazione di tipo religioso. All’epoca il giovane umanista era infatti immerso negli intrighi di corte, di cui diede una rappresentazione allegorica nei suoi lavori letterari del tempo. Non a caso, la storia di Criside descrive assai bene le miserie della vita cortigiana, dominata dalla lussuria e dall’avidità personale. L’intera commedia è priva di un qualsivoglia messaggio morale, e si limita semplicemente ad analizzare la triste realtà con perfido sarcasmo. Le volgarità abbondano, cosi’ come la sfacciataggine dei vari personaggi.

A livello stilistico, l’opera è chiaramente influenzata dagli autori teatrali classici: il testo è infatti scritto in latino e ordinato in senari giambici, modellati su quelli originali di Plauto. Spesso Piccolomini arriva ai limiti del plagio nei confronti di questo autore, addirittura usando le stesse espressioni dell’Aulularia o dell’Anfitrione. Il tutto pero’ viene svolto con grande eleganza, dimostrando una padronanza invidiabile di tempi e forme linguistiche antiche.

Nonostante la pregevole fattura, tuttavia, la commedia è rimasta sconosciuta al grande pubblico sino ai giorni nostri. Solo nel 1941 lo studioso Ireneo Sanesi ne rinvenne una copia nella biblioteca di Praga, e da allora le edizioni critiche del testo si contano comunque sulle dita di una mano. Perchè tutto questo disinteresse? Anzitutto va detto che lo stesso Piccolomini, una volta salito sul trono di Pietro, preferi’ nascondere le tracce della sua giovinezza dissoluta, censurando quelle opere che avrebbero potuto gettare piu’ di un’ombra sulla sua reputazione morale. Allo stesso tempo Criside non è un capolavoro letterario e la sua raffinatezza comunica poco al lettore moderno.

Allora perchè recuperarla? Perchè è una vivace foto a colori dell’epoca rinascimentale con i suoi vizi e le sue virtu’. E poi perchè è un piccolo monumento all’ingegno di uno dei piu’ grandi letterati del suo tempo. Inoltre è un po’ la risposta italiana a La Celestina, celebre opera quattrocentesca della letteratura spagnola giocata sugli stessi temi (intrighi amorosi, vecchi viziosi ecc.). Merita dunque un’esplorazione, magari con a fianco un testo originale di Plauto. Tanto per vedere sino a che punto potesse giungere l’ammirazione degli umanisti nei confronti dell’antichità classica. Non a caso, oggi si parla tanto di plagio: abbiamo avuto ottimi maestri.

Informazioni bibliografiche:

Titolo    Criside
Volume 2455 di Biblioteca universale Rizzoli
Volume 2455 di BUR (Series)
Autore    Pope Pius II
Curatore    Ettore Barelli
Editore    Rizzoli, 1968
Lunghezza    89 pagine

Pienza (SI): Pio II, papa commediografoultima modifica: 2012-01-22T11:51:46+01:00da minobezzi1
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