Prato: Luciano Nardini

 

La serie delle figure femminili in ceramica ha inizio intorno al 2001, quando l’artista sperimenta svariati materiali per cercare un supporto che si distanziasse dalla tradizionale tela. La ceramica viene così ad assumere la consistenza di una icona antica, venendone a condividere anche quel sapore mistico. Il carattere misterioso che emanano le figure, sinuose ed eleganti, è reso più potente dai colori brillanti e dall’aspetto materico di queste tavolette.
Ad una prima visione, siamo colpiti dalla dolcezza e dalla morbidezza che l’insieme offre; ma poi, la bellezza del materiale, ci porta ad approfondire, quasi a voler catturare, ogni minimo particolare; ed è allora, che quello sguardo, quella compostezza nell’atteggiamento fiero, sprigionano tutta la loro severità.
Ci troviamo così di fronte ad una figura che, invece di star lì per essere osservata ci osserva, ci scruta. É un momento particolare questo: il tempo sembra fermarsi e rimani perplesso di fronte a quelle linee e a quei colori, perché ti aspetti di poter instaurare con l’opera d’arte una sorta di comunicazione psicologica che questa figura invece ti nega, respingendoti e non accettandoti. É l’immagine simbolica della femminilità, quella stessa che ha interessato da sempre l’arte e l’uomo, su cui si concentra in questi anni l’artista. Anche i soggetti più sacri, quali la serie delle Madonne, la Vergine col Bambino, divengono una parodia intorno al discorso sulla figura femminile. L’artista si concentra sulle freddezza che diviene quasi uno dei sentimenti che caratterizzano la donna, quella donna enigmatica che ti scruta, che già sa chi sei ancor prima che tu apra bocca, che con i suoi occhi socchiusi, quasi per scrutarti meglio nell’anima, pietrifica come una Medusa antica.
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Prato: Luciano Nardiniultima modifica: 2009-04-13T10:38:25+02:00da minobezzi1
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