L’antica e celebre Fiera di Prato, già nota nel Medioevo, (Niccolò Machiavelli la citava ne La Mandragola “non si fece mai la Fiera a Prato ch’io non v’andassi….”) si svolgeva l’8 settembre, natività di Maria. Come ci narrano le antiche cronache, in quel giorno i pratesi rendevano e rendono omaggio alla reliquia più importante e significativa della città: la Sacra Cintola.
Presente a Prato fin dal 1174, ne ha influenzato e stimolato le opere artistiche più importanti; è stata l’elemento d’ispirazione di grandi artisti che, in omaggio ad essa, si sono cimentati nella realizzazione di monumenti, affreschi, miniature: patrimonio artistico della Città. Già dal Medioevo il culto e la devozione verso la “Cintola” hanno favorito viaggi e visite e lo stesso sviluppo commerciale. Quest’anno il corteggio storico ha una valenza particolare, considerato che dal dopoguerra sarà la prima volta che a condurre il corteo non sarà un sindaco di centrosinistra. E Roberto Cenni, sindaco da poco più di 2 mesi, come ha già dimostrato in occasione della cocomerata di ferragosto, ha tutta l’intenzione di valorizzare questi momenti della tradizione pratese. E’ lui stesso con una nota a descrivere e ricordare la festività e le celebrazioni che attendono la città tra una settimana.
“Anche di fronte all’evoluzione demografica avvenuta nel tempo e con continuo spirito di integrazione, la città ha mantenuto e valorizzato le proprie tradizioni il proprio patrimonio storico, religioso e culturale. Il Corteggio che da qualche anno si svolge in notturna, è sempre una nuova, colorata carrellata di personaggi e costumi che attraverserà il centro storico e si recherà in piazza del Duomo a rendere omaggio alla Sacra Cintola”. Non mancano, poi gli accenni storici: “Le celebrazioni della Fiera avevano inizio già dal giorno sette settembre con l’antica usanza del “Dono dei ceri”: dopo una sfilata notturna per le strade della Città, verranno consegnati i ceri al Vescovo da parte dei Valletti del Comune e posti sull’altare della Cappella della Cintola; la serata si concluderà poi, come consuetudine, in piazza del Duomo con un suggestivo spettacolo medievale”. Infine, il chiaro ed esplicito riferimento alla pratesità di questa celebrazione e al suo pieno recupero: “Vogliamo che la “Fiera di Prato” seguiti ad essere vissuta e sentita dai pratesi, come la propria grande festa, segno di attaccamento alla Città ed alle tradizioni”.
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