Altopascio (LU): No kebab

Federica Calvia per loschermo

 

Si parla di liberalizzazione “controllata” per indicare quello che è stato siglato da parte della giunta municipale di Altopascio con la delibera di giovedì 10 settembre che fa leva sulla tipicità dei prodotti . 

Al centro del dibattito la proposta dell’ufficio commercio presentata dall’assessore allo sviluppo economico Francesco Fagni per l’adeguamento delle attività artigianali alla luce di una legge nazionale recentemente entrata in vigore e che si riferisce al centro commerciale naturale di Altopascio.  

Tutto questo ha dato la possibilità all’amministrazione comunale di fissare alcuni principi importanti e non subire in maniera passiva un provvedimento che, se approvato senza questi approfondimenti, avrebbe creato una situazione di discriminazione o comunque di poco rispetto verso chi possiede una licenza di pubblico esercizio.  

Il provvedimento obbliga il comune ad adeguare la propria regolamentazione in materia di attività produttive. In particolare, si deve consentire il consumo immediato sul posto di prodotti di gastronomia da parte degli esercizi artigianali , come ad esempio rosticcerie e pizzerie al taglio, che prima dovevano essere consumati in luoghi diversi da quello dell’acquisto.

La giunta municipale ha messo  tuttavia dei limiti : il banco di appoggio non dovrà superare i 3 metri quadri e la consumazione dovrà avvenire nelle pertinenze dell’attività, che tradotto significa che non verrà concesso il suolo pubblico come avviene per le attività provviste di licenza di esercizio pubblico.  

Ci pare giusto salvaguardare per quello che ci è possibile chi ha una licenza di pubblico esercizio e per questo abbiamo inserito limitazioni importanti – spiega l’assessore allo sviluppo economico Francesco Fagni – siamo favorevoli alle liberalizzazioni, ma non vogliamo introdurre elementi discriminanti al contrario che vadano a ledere diritti acquisiti nel tempo e con notevoli sforzi”.

Il provvedimento ha consentito di introdurre limiti nell’ambito dei nuovi insediamenti nel centro storico di attività commerciali o artigianali che operano nella ristorazione. Non sarà permessa attività che non preveda prodotti tipici. In pratica il comune di Altopascio dice no a friggitorie, fast food e kebab. 

Dopo decine di anni di sforzi per introdurre una denominazione di origine del nostro pane e di altri prodotti locali – spiega Maurizio Marchetti , sindaco di Altopascio – sarebbe incoerente fare insediare nel centro commerciale naturale attività che si basino su elementi enogastronomici del tutto estranei alla nostra storia e tradizione. Se qualcuno lo vorrà interpretare come un divieto ai kebab non ci posso fare nulla, ma credo sia nostro compito tutelare i nostri lavoratori e la nostra cultura del mangiare e del bere”.

Altopascio (LU): No kebabultima modifica: 2009-09-13T09:36:20+02:00da minobezzi1
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