Livorno: Villla Mimbelli, Garibaldi e i Mille

Apre a Livorno dal 9 ottobre al 12 dicembre 2010, ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva) la mostra “Giuseppe Garibaldi e i Mille. Dalla realtà al mito” promossa dal Comune di Livorno  e dalla Fondazione Cassa di Risparmi.

Curata da Aurora Scotti e Marco di Giovanni, la mostra è uno dei più significativi appuntamenti dell’Anno Garibaldino, il calendario di eventi che il Comune di Livorno ha promosso quest’anno per celebrare  i 150 anni della Spedizione dei Mille a cui presero parte tanti livornesi .
Attraverso un vasto repertorio (oltre 250 pezzi) tra dipinti, sculture, cimeli ma anche documenti storici originali ed autografi, frutto di ricerche nell’immenso universo garibaldino, la mostra offrirà la possibilità di intraprende un viaggio nell’epopea risorgimentale e di conoscere quel garibaldinismo che a Livorno fu vissuto come fenomeno di massa, connesso allo spirito libero e cosmopolita della città.

Divisa in quattro sezioni,  la mostra “Giuseppe Garibaldi e i Mille: dalla realtà al mito” è costruita secondo un percorso cronologico e tematico che offre al pubblico la rappresentazione dell’Eroe dei due mondi attraverso una iconografia d’autore di alto livello ma anche di quella più popolare, a testimonianza  della forte presenza di Garibaldi nell’immaginario collettivo. A confronto, dunque, i molti volti degli infiniti ritratti di Garibaldi realizzati nelle diverse epoche. Nell’800 con la pittura realista rappresentata dai dipinti di Giovanni Fattori,  di Gerolamo Induno ( “Un grande sacrificio”) e dalla scultura di Adriano Cecioni (“Garibaldi”, gesso colorato), fino  all’interpretazione celebrativa di Vittorio Corcos che nel suo “Ritratto di Giuseppe Garibaldi” datato 1882, anticipa la stagione dei grandi monumenti dell’eroe su molte delle piazze italiane , Livorno compresa. E poi il simbolismo del ‘900 : in rassegna  un’opera di importanza capitale per la mitologia del risorgimento, il “Garibaldi” di Plinio Nomellini del 1906 di proprietà del Museo Fattori. L’opera, che godette di grande fama fin dalla sua prima esposizione alla biennale di Venezia del 1907, è un’evocazione dell’epopea garibaldina e la trasposizione in chiave di mito della figura del Generale. Ancora ‘900 con il grande Guttuso che in pieno neorealismo ha fatto di Garibaldi l’eroe dei suoi quadri più belli. Di Renato Guttuso sarà in mostra uno studio d’insieme dell’opera monumentale La Battaglia di ponte dell’Ammiraglio realizzata nel 1951, gentilmente concesso dal Gruppo Parlamentare PD della Camera dei Deputati.

Nel percorso anche un interessante florilegio di opere di autori contemporanei prestate dalla collezione della Pinacoteca  del Consiglio Regionale della Toscana. Tra queste figurano opere di Ugo Nespolo, Angiolo Volpe e Silvano Campeggi; opere moderne dai titoli curiosi “Nato con la camicia” (Paolo della Bella) e “Mille paesaggi Mille” (Luciano Pasquini)  che , interpretando in modo originale il mito garibaldino, introducono il visitatore in un percorso dove la storia e il mito spesso coincidono. Chiude la mostra un’opera di Piero Mega dal titolo chiaramente simbolico “I mille papaveri rossi” che secondo la curatrice Aurora Scotti, proprio per il tema della storia d’Italia vista coll’occhio del presente “sembra fatta apposta per chiudere la rassegna , una sorta di richiamo verso la riscoperta di valori forse troppo a lungo trascurati”  .

Ma l’immagine del Generale – come detto- divenuta simbolo assoluto e universale di tutte le battaglie per la libertà, diventa icona anche nelle rappresentazioni artistiche più popolari e meno conosciute. Ecco allora in mostra una serie di ritratti di autori ignoti: circa dieci dipinti che raffigurano l’eroe in varie pose,  a mezzo busto, a cavallo, in piedi.

L’icona di Garibaldi, soprattutto in seguito all’Unità d’Italia, circola ovunque e ad ogni livello, transitando attraverso i mezzi più disparati; dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’illustrazione evocata in una infinita quantità di oggetti che anticipano l’irruzione moderna del gadget. L’esposizione livornese ne è ricchissima: orologi “Garibaldi Memorial”, tele ricamate e foulard con al centro l’immagine del condottiero, tabacchiere, spille e ciondoli in oro smaltati, suppellettili domestiche come porcellane e perfino una sedia in faggio recante sullo schienale un tondo con il ritratto di Garibaldi, cortesemente concesse in prestito da importanti collezioni quali la Fondazione Spadolini di Firenze e la Collezione Tronca di Brescia. E poi manifesti, proclami, stampe litografiche , un gruppo di ritratti fotografici ad albumina di Garibaldi eseguiti fra il 1860 e il 1870, telegrammi, dispacci , bollettini e diplomi massonici.
Fra le tante curiosità in mostra, il testo della “Garibaldina” inno di guerra dei volontari italiani commentata dallo stesso Garibaldi e la raccolta “Poemi del Risorgimento: inno a Roma, inno a Torino” di Giovanni Pascoli con illustrazioni di Plinio Nomellini.

Caricature e vignette satiriche  che accompagnano la “delusione” garibaldina non potevano mancare in una mostra allestita a Livorno dove la satira ha tradizioni antiche. Tratte da periodici livornesi dell’epoca quali il “Bersagliere” o “lo Scoglio” saranno esposte curiose e divertenti vignette allegoriche come “Viva il Rosso, Viva il Rosso!” con Garibaldi che corre verso Roma scavalcando la diplomazia.

Una sezione della mostra è poi interamente dedicata alla Spedizione dei Mille attraverso immagini ed oggetti che sottolineano l’importanza dell’impresa nel faticoso  traguardo verso l’Unità. Accanto a camicie rosse ( sono state restaurate per l’occasione cinque camicie rosse e copricapo indossati da garibaldini livornesi)  e medaglie celebrative, alla spada ed al poncio indossati dal Generale  spiccano i dipinti  di Giovanni Fattori (“Episodio della Battaglia del Volturno” 1899-1890) di Vincenzo Cabianca (“L’addio del volontario”, 1858) di Gerolamo Induno ( “Un grande sacrificio”, 1860) e di Cesare Bartolena ( “I volontari livornesi”, 1872) .
Sono state inoltre riprodotti in grande formato i volti dei garibaldini livornesi partiti con il primo contingente il 5 maggio del 1860. Complessivamente 28 giovani garibaldini livornesi presenti al momento del primo sbarco in Sicilia a Marsala.

La mostra è divisa in quattro sezioni:
A -Un mito precoce: da Montevideo alla “Primavera dei popoli”
B -L’immagine del condottiero
C- La spedizione dei Mille: immagini, emozioni, oggetti
D- Rivisitazioni di Garibaldi nella pittura contemporanea

Hanno cortesemente concesso in prestito alcuni pezzi importanti delle proprie collezioni la Fondazione Spadolini di Firenze, la Collezione Tronca di Brescia e la famiglia Sgarallino di Livorno, discendente dei due fratelli Jacopo e Andrea, luogotenenti di Garibaldi che lo hanno affiancato in tante campagne militari.

Tra i Musei che con i loro prestiti hanno contribuito alla realizzazione della mostra ricordiamo la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo del Risorgimento di Torino, la Pinacoteca di Brera, il Museo di Capodimonte di Napoli, l’Accademia Ligustica, la Fondazione Novaro e la Camera di Commercio di Genova, i Musei Civici di Treviso, il Museo Civico di Casale Monferrato, la Fondazione Cariplo di Milano, il Museo del Paesaggio di Verbania-Pallanza.    

 Giuseppe Garibaldi e i Mille: dalla realtà al mito
Granai di Villa Mimbelli (Museo Giovanni Fattori – via San Jacopo in Acquaviva)
Dal 9 ottobre al 12 dicembre 2010

Apertura al pubblico dal 10 ottobre
Inaugurazione: sabato 9 ottobre – ore 17.00
Orario: 9.00/13.00 e 16.00/19.00 (chiuso il lunedì)
Ingresso: 4€ – ridotto 2.50€ – studenti ingresso gratuito
Catalogo : Benvenuti e Cavaciocchi- Livorno

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Livorno: Villla Mimbelli, Garibaldi e i Milleultima modifica: 2010-09-26T16:01:04+02:00da minobezzi1
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