Pisa: Gabriele Lavia

“Piace questo Malato immaginario, piace questo Argante e a convincere è la compagnia intera guidata da Lavia… Tutti hanno meritato il lungo, convinto e tenace applauso … e le standing ovation in platea e nei palchi, il coinvolgimento è totale”. Così la critica all’indomani della prima nazionale, al Morlacchi di Perugia, de Il Malato Immaginario, altro testo simbolo della produzione di Molière affrontato ora da Gabriele Lavia dopo la felice esperienza de L’avaro
E proprio con Il Malato Immaginario Gabriele Lavia torna ora a Pisa, sulle tavole dello stesso Teatro Verdi di cui per diversi anni è stato direttore artistico per la prosa e dove, nel novembre 2003, presentò proprio L’Avaro in prima nazionale: in scena per la Stagione Teatrale sabato 11 dicembre alle ore 21 e domenica 12 dicembre alle ore 17.
Scritta nel 1673, e da molti ritenuto il capolavoro assoluto del teatro di Molière, Il Malato Immaginario narra le disavventure dell’ipocondriaco Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di dottorini-avvoltoi salassatori e ciarlatani. I guai cominciano quando Argante promette la figlia Angelica in moglie ad un giovane dottorino di fresca laurea, in modo da potersi garantire un sereno (e soprattutto gratuito) futuro di consulti e ricette.
L’ostilità della figlia, segretamente innamorata di Cleante, e la calcolata ingerenza della moglie, algida esecutrice di un piano truffaldino, finiscono per spingere il povero Argante in una fitta trama di inganni, equivoci, burle e finzioni, giocate sulla sua stessa burbera ed inguaribile ingenuità. 
Per qualità della drammaturgia e spessore dei personaggi, Il Malato Immaginario è certamente un’opera particolarmente congeniale ad un maestro indiscusso della scena italiana come Gabriele Lavia, per l’ironia che la percorre e per la molteplicità di chiavi di lettura che offrono a Lavia la possibilità di ampliare i confini della commedia, di guardare attraverso l’ipocondriaco Argante a tic e debolezze dell’uomo contemporaneo, come pure alle ombre della società e delle comunità che lo circondano. 
Come spiega lo stesso Lavia: “Chi è il malato immaginario? E’ ‘il malato soggetto e ‘immaginario’ predicato nominale o è ‘malato’ predicato nominale e ‘l’immaginario soggetto’? E’ l’immaginario dell’uomo che è malato o è un uomo malato nella sua immaginazione? Noi abbiamo scelto la strada dell’immaginario malato. E l’immaginario di quest’uomo è sottoposto a un potere assoluto che è il potere dei dottori”. Una rilettura moderna, attuale, che tra le righe restituisce la tragicità di chi è vittima di un potere dominante, la solitudine di chi deve combattere contro il dolore, la paura, la follia, il potere, la morte. Il tutto reso scenicamente con un ritmo serrato ed equilibrato, ricco di evocazioni beckettiane, contrappuntato da momenti di meta teatralità e soprattutto caratterizzato da una grande incisività. 
Coprodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e dalla Compagnia Lavia-Anagni, Il Malato Immaginario è proposto nella traduzione di Chiara De Marchi. Regista e interprete del ruolo protagonista è Gabriele Lavia. Con lui la figlia Lucia Lavia nei panni di Angelica, Giulia Galiani (la moglie Belinda), Gianni De Lellis (il fratello Beraldo), Andrea Macaluso (Cleante), Pietro Biondi (il dottor Diarreus), Michele De Maria (Tommaso Diarreus, figlio del dottore), Mauro Mandolini (il professor Purgone), Vittorio Vannutelli (il dottor Fetus), Giorgio Crisafi (il notaio Buonafede), Barbara Begala (la cameriera Antonietta).
Costumi di Andrea Viotti, scene di Alessandro Camera, luci di Simone De Angelis, musiche originali di Giordano Corapi.
Biglietti con prezzi che variano dai 30 ai 7,50 euro, in vendita al Botteghino del Teatro Verdi e nel circuito Greenticket. Sconti, fra gli altri, per i Soci Coop; sconti del 50% per gli under26 e per gli studenti dell’Università degli Studi di Pisa.
Per informazioni: Teatro di Pisa tel 050 941111
Pisa: Gabriele Laviaultima modifica: 2010-12-09T18:26:14+01:00da minobezzi1
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