Grosseto: Maremma, Giordania e Armenia

Un progetto per rilanciare tre aree in Italia, Giordania e Armenia. La Maremma al centro di “Liaisons for Growth”
Che cosa lega luoghi distanti come la Maremma, la Giordania e l’Armenia? Sono uniti nel passato da una radice comune: il Medioevo. Per valorizzare questa matrice e rilanciare lo sviluppo rurale e urbano in tre aree nasce il progetto Liaisons for Growth (“Legami per la Crescita”). L’iniziativa è dell’Università di Firenze, della Regione Toscana e di Far Maremma scrl. Il progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea nel quadro delle politiche di vicinato (programma ENPI-CIUDAD) per circa 550mila euro su 690mila di investimento totale.

I luoghi interessati sono, appunto, la Maremma in Italia, Shawbak presso Petra in Giordania, Ararat e Vayots Dzor in Armenia: nonostante la loro apparente differenza condividono processi di formazione del paesaggio e del patrimonio culturale che hanno radici medievali e conservano valori culturali chiave per la cultura mondiale di oggi.

Liaisons for Growth ha preso l’avvio dalle ricerche dell’Università di Firenze sul ‘Medioevo’ di Petra e Shawbak, dirette da Guido Vannini ordinario di Archeologia Medievale presso l’ateneo, e rappresenta un caso pilota di applicazione allo sviluppo rurale dell’Archeologia Pubblica. “Il progetto intende stabilire un legame necessario e produttivo tra sviluppo rurale e ricerca archeologica di base, anche allo scopo di rappresentare una prospettiva concreta – spiega Vannini – per affrontare la crisi in corso e per reinterpretare produttivamente il ruolo dell’università e delle scienze umane entro le dinamiche dell’attuale società civile”.

Le delegazioni italiana, giordana e armena saranno al lavoro per il progetto proprio questa settimana, a partire da domani giovedì 10 febbraio presso la presidenza della Regione Toscana (Palazzo Sacrati Strozzi, piazza Duomo 10 – Firenze). L’incontro sarà aperto da Guido Vannini, responsabile del gruppo di ricerca dell’Università di Firenze, Gianbruno Ravenni Dirigente regionale alla Cultura, Giancarlo Zago, presidente di Far Maremma, e dai coordinatori del progetto, Catia Segnini (Far Maremma) e Michele Nucciotti (Università di Firenze). Le delegazioni concluderanno i lavori sabato 12 febbraio, con una visita ad Arcidosso, Santa Fiora, Pitigliano e Sovana, una selezione dei più affascinanti centri storici medievali della Maremma aldobrandesca.

La Maremma medievale come antesignana di un’‘Europa in miniatura’, è questo il punto centrale del progetto e il punto di forza della Maremma in termini di valore aggiunto all’offerta turistica della Toscana. Una Maremma da scoprire sulle tracce delle corti medievali, percorrendola ed esplorandola per comprenderne il senso e per apprezzarne l’estetica e i valori culturali.

La Maremma, l’antico stato feudale degli Aldobrandeschi, da loro unificata e governata tra l’850 e il 1300, è oggi la provincia di Grosseto, un caso unico in Toscana in cui il territorio non è erede del contado di un comune medievale, come Siena o Firenze, ma di una vera e propria Contea. “Uno stato senza città – spiega Michele Nucciotti, archeologo dell’Università di Firenze e coordinatore scientifico del progetto – questa fu la scommessa degli Aldobrandeschi. Al posto di una capitale fu ideata una corte in movimento di castello in castello per governare la Maremma, proprio come faceva Carlo Magno con il suo Impero”. Esattamente come avviene oggi nell’Unione Europea, itinerante tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo.

Grosseto: Maremma, Giordania e Armeniaultima modifica: 2011-02-09T17:41:00+01:00da minobezzi1
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