Trequanda (SI): Verso il Sagrantino?

Andrea Gori per dissapore

Per molti, pensare al sagrantino fuori dall’Umbria è una bestemmia. Immaginate però di essere Cenerentola e di passare tutta la vita all’ombra di due sorellastre come il Vino Nobile di Montepulciano e il Brunello di Montalcino che vi svolazzano davanti. Voi cosa fareste per fare in modo di avere la vostra rivincita e per emergere da una vita subalterna e polverosa? Potreste mettervi a cercare un principe azzurro, ad esempio.

Chiesa di Trequanda

Fu così che, come nelle favole, a Trequanda (paese di 1200 anime, in cui la Giunta da anni porta avanti un progetto ai limiti della costituzionalità impedendo la posa del benchè minimo traliccio di telefonia mobile) troviamo un vino a base sangiovese che cerca una sponda unica e originale con cui accasarsi. Si cercano finanziamenti, si fanno ricerche, disperdendo molte forze e soprattutto senza scegliere una direzione precisa. Così la nostra fata decide di provare sulla propria pelle e di sposare al sangiovese (70%) un saldo di foglia tonda, autoctono chiantigiano recentemente rispolverato pensando anche in futuro di unirci del sagrantino.

Vigneto di foglia tonda al quarto anno

Accade tutto all’interno della doc Orcia, piccola e recente ma non priva di fascino con Montalcino, l’Amiata e le Crete senesi ad un passo in una zona appena off dai flussi turistici e dai bus che incrociamo ogni dove appena 10 km più in su oltre il fiume Orcia, appunto. Qui il sangiovese non può per motivi geologici farla da padrone ed ecco che Donatella Cinelli Colombini (che a Montalcino oltre ad occuparsi del Consorzio, di Benvenuto Brunello e districarsi tra pugnalate varie, produce il famoso e spesso sorprendente Casato Prime Donne) decide appunto di produrre dal 2001 questo Orcia Rosso “Cenerentola” usando sangiovese da una vecchia vigna e nuovi impianti di foglia tonda. Nel tempo i vigneti cambiano e si allarga la produzione fino agli ultimi importanti lavori e la ri-nascita di un vigneto ex novo di sangiovese nel terreno più vocato, in sostituzione di una vecchia vigna arrivata a fine ciclo, e la sistemazione di tre impianti di foglia tonda e un piccolo vigneto sperimentale di sagrantino.

Il luogo, Fattoria del Colle, è di quelli sinceri, un agriturismo autentico, una casa che non è uno showroom, un ristorante che non è un fighettodromo, un giardino che insegna l’amore per il bello e la natura senza gli eccessi di un resort radical-chic e che riserva tante attenzioni ai bambini, inpratica qualcosa di molto simile ad un ossimoro in Toscana. C’è una cantina quasi all’aperto per facilitare follature e contatto con l’ossigeno e una cantina storica con vasche di cemento, barrique e tonneau, una enologa italiana Barbara Magnani e una  francese (Valery Lavigne) che ama il lato “secco” dei vini italiani e che non concepisce il merlot fuori dalla Francia.

Cantina storica con vasche di cemento

E che sperimenta a fondo l’uso di lieviti autoctoni selezionati in cantina e varietà nuove come appunto il sagrantino con un 2010 assaggiato da botte che ha profumi esplosivi e dolcissimi e una bocca meno aggressiva che in Umbria, potenzialmente un vero principe da sfruttare. Assaggiamo un’ampia rassegna di vini da Montalcino e da Trequanda per chiarirci le idee.

Leone Rosso Orcia doc Fattoria il Colle 2009 (sangiovese 60% merlot 40%): nota piccante, mora e ribes un pò verde, il sangiovese tiene banco merlot appena pirazinico, bocca equilibrata, bel finale contrastato. 86, 8,20 €
Chianti Superiore docg 2008 Fattoria il Colle (sangiovese e poco canaiolo): floreale e rosaspina, fondo minerale, bocca semplice poco succo ma immediato e da tavola. 81, 8,20 €
Rosso di Montalcino doc 2008: aggraziato e stuzzicante, nota di humus e filo di sottobosco, l’enologa ha fatto un taglio usando botti più grandi, meno potenza e più eleganza, bocca da tavola toscana e naso francese, 83 14€

Cenerentola Orcia Rossa DOC 2oo7 Fattoria del Colle (sangiovese e foglia tonda): colore bello e sontuoso, ricco di spezie, ciliegia cardamomo e alloro, bocca piuttosto ricca ma senza esagerazione, finale tra cedro e ribes rosso e nero, nota di mandorle e tulle con confetti. Vini che sfugge a molti tentativi di inquadramento ma che non lascia indifferenti a nessun sorso: certo, ci fosse un poco di quel sagrantino assaggiato dalla botte…88, 21,00 €

Il Drago e le Sette Colombe igt 2006 Fattoria del Colle (sangiovese, merlot e alicante): mano di Carlo Ferrini (il “drago” del nome con le sette donne della cantina) e lo stile è in parte riconoscibile ma che prova a non allontanarsi troppo dal territorio , è ricco divertente e immediato, un poco più grasso e potente , in bocca molta spezia e allegria, agrumi e pepe rosa, qualche muscolo , meglio naso che bocca dove si avverte qualche nervosismo. 83 , 16€

Brunello di Montalcino docg 2006 (sangiovese 100%): appena austero ma notevole eleganza, note di ribes rosso, fragola, bocca in ottimo equilibrio con frutto croccante, sveglia e dinamica pur senza una persistenza esagerata. 85, 30€

Brunello di Montalcino Prime Donne docg 2006: ricco e sfaccettato, soffice e penetrante, acqua di colonia, cuoio, mirto e incenso, bocca ricca e con notevole brio, mandorla, molto meno pronta del naso, bella profondità minerale e floreale quasi bianco. 89

Brunello di Montalcino Riserva docg 2005: ampio e pieno di rimandi esotici di spezia, frutta candita, ribes e lampone in confettura, sapidità e contrasti anche in bocca ha struttura e persistenza grandissima, resina e polpa frutta rossa, grande acidità, ancora in divenire ma di una vitalità straordinaria. 90

I vini hanno tutti un’impronta forte di territori appassionanti e in parte da scoprire (Orcia soprattutto ma anche Montalcino, si pensi al dilemma sul Rosso e ai pasticci sul Brunello) ma soprattutto la determinazione di una donna del vino che ha insegnato a tante donne del vino cosa significhi esserlo fino in fondo e ancora oggi si appassiona a incitare a grandi imprese le persone attorno a se, stando sempre un passo indietro e provando a fare qualcosa di sconcertante e sempre malvisto, fare sistema e gioco di squadra. E, parola proibita, fare politica nel vino perché le cose cambino sul serio e non solo nei salotti.

 

 
Trequanda (SI): Verso il Sagrantino?ultima modifica: 2011-05-15T11:18:24+02:00da minobezzi1
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