Pisa: Manuel Bozzi

 
PISA. Manuel Bozzi, il designer dei gioielli

Difficile trovare un altro pisano così genuinamente, inesorabilmente “rock”. Nelle creazioni di questo designer di gioielli e calzature c’è qualcosa di ancestrale, di primigenio, come di nuda roccia, di cenere compressa, che si manifesta anche nella grazia delicata, nella spiazzante modestia con cui parla del suo lavoro.

«Mi sento un artigiano della materia», dice di sé. Manuel Bozzi realizza creazioni in oro, argento, rame, pietre preziose, cuoio. Nelle sue collezioni convivono suggestioni che gli addetti ai lavori di volta in volta classificano come “glamour-rock”, “nordic-tale”, “archeo-tribale” e in molti altri modi ancora, ma la definizione che Bozzi preferisce è anch’essa una sua creazione: «Rockmantique».

Perché oltre alla ruvida pietra, e al di là delle pungenti vibrazioni “gothic” provenienti dalle borchie, dai teschi, dalle corde annodate e intrecciate, dagli sguardi di creature che ti guardano da anelli, bracciali, fibbie e pendenti e sembrano fuggite da pagine di bestiari medievali, c’è anche un impasto romantico fatto di energia, passione, sensualità, edonismo, impulsi mistici, ipnotiche introspezioni, suggestioni da biker in astinenza da asfalto. Insomma di amore.

Su un grande carrello piazzato in un angolo del suo vasto laboratorio-atelier pontederese, ci sono centinaia di riviste: tutte quelle che si sono occupate di lui, delle sue novità. Oggi, la griffe “Manuel Bozzi”, fulgida realtà del nostro “Made in Italy”, è conosciuta e osannata in ogni parte del mondo, e questo mucchio di carta stampata, di cui fanno parte i più celebri giornali di moda, ne rende testimonianza con dovizia di articoli e foto e ammiccanti copertine. Come spesso capita ai talenti di casa nostra, i primi ad accorgersene sono stati gli stranieri. In particolare un francese: lo stilista François Girbaud.

«Su di me, il detto “Nemo propheta in patria” è particolarmente calzante – dice Manuel. – Mia madre, Lydia Nissim, è un’artista molto conosciuta a Pisa. Dipinge, scolpisce, realizza gioielli, è lei che mi ha insegnato il mestiere. Sono stato a bottega da lei per tanti anni (sono del ’73). Poi ho avuto la fortuna, grazie a Chiara, mia moglie, di incontrare lo stilista francese François Girbaud, che ha creato i presupposti per un definitivo salto di qualità. Per lui, per la sua linea, ho iniziato a realizzare accessori e gioielli. È stato François a presentarmi la direttrice di Première Classe, la fiera più importante del mondo per gli accessori moda. Quello è stato il momento del salto di qualità».

Questo accadeva nel 2002. E infatti la “banda Bozzi” (lui, Chiara, più un ristretto cerchio di collaboratori, tra cui l’indispensabile Luigi) sta già pensando a come festeggiare i primi dieci anni di vita del brand («Probabilmente faremo una bella festa a Milano, ma è ancora tutto in via di definizione…»).

Ripensando alla strada già fatta, a Bozzi viene da dire che la sua è stata «un’ingenua follia. Oggi i risultati sono tangibili, certo. Ma quelle prime cose, dagli inizi fino al famoso incontro con la responsabile di Première Classe, le ho fatte sempre stando nel negozio di mia madre, rannicchiato sul mio banchino. Lei è, in effetti, l’unica pisana che mi ha incoraggiato: al momento buono ha detto vai, provaci! Per il resto, qui a Pisa e dintorni nulla di nulla. Mai un invito, mai una proposta per una mostra…».

Insomma «la muerte», dice forse pensando al titolo di qualche album metal. Del resto Bozzi è anche musicista. Suona la chitarra elettrica. E non a caso una delle sue creazioni più famose è una cintura di cuoio che sulla fibbia ha incastonata una Stratocaster d’argento.

«Questa influente direttrice francese la incontrai al bar Gilli, a Firenze. Arrivai tutto trafelato con queste cartelle piene di foto, materiale raccolto un po’ così, alla buona. Lei disse: mi piacciono i tuoi lavori, ma una collezione ce l’hai? Il mio era più un portfolio, una collezione vera e propria in effetti non ce l’avevo. Loro, in Francia, hanno una politica: nell’ambito di Première Classe, alle nuove promesse regalano lo stand (per uno che comincia, un investimento non da poco, a doverlo pagare di tasca propria). Se tiri fuori una collezione ti porto, mi dice lei. Era la metà di luglio 2002, a fine settembre c’era la fiera. È stata un’estate bestiale. Nel frattempo facevo assieme a Chiara la nostra Barbie da collezione, un progetto umanitario a cui aveva aderito Mattel…».

Oggi quella Barbie è una sorta di oggetto di culto: la potete vedere in foto sulla pagina che Manuel ha su Facebook (mentre la galleria completa delle sue creazioni si trova sul sito  http://www.manuelbozzi.it/.

Oggi, l’attenzione del team Bozzi – impegnato anche nell’organizzazione di “Black Sunday. A Christmas Event”, un appuntamento speciale a base di collezioni d’autore e musica che il 27 novembre, a Pontedera, verrà ospitato dal “The Loft” di via Gotti  – è rivolta in particolare a tre progetti.

«Il primo si chiama “Eight Vigilante”, lo realizzo assieme a Chiara. Si tratta di una linea con prezzi più accessibili rispetto a quella “ufficiale”. Il gusto sarà particolarmente ruvido, il simbolo-logo è, come vedi, un caprone», con l’indice punta il muso fiero di un capro che fa pensare alle origini della tragedia greca.

«Poi, assieme al designer colombiano Francisco Montoya, col quale collaboro da tempo, sto realizzando una collezione a quattro mani dedicata a particolari gioielli per la casa, dal titolo “Feathers & Thorns” (piume e spine), molto interessante. Sono oggetti vari, complementi di arredo che hanno un’utilità (posate, piatti, calici), fatti di argento, bronzo… È una follia, lo ammetto, ma io e Francisco ce ne freghiamo, è uno sfizio che ci vogliamo levare per vedere l’effetto che fa. È un esercizio di stile tra me e lui, siamo curiosi di vedere dove ci porterà. Siamo in uno spazio-tempo in cui non c’è più né lo spazio né il tempo. Il gusto è primordiale… uncini, arpioni, vecchi strumenti di caccia, il tutto calato in una prospettiva post-atomica… c’è il sacro, l’egotismo, il ridondante. Verrà fuori qualcosa di bello, ne sono sicuro. Ormai è tutto pronto, a inizio 2012 presenteremo la collezione».

Infine, in previsione del decennale del 2012, lanceranno «lo shop online. Coprire tutto il mondo è impossibile. Mi arrivano richieste via mail da persone che vogliono acquistare un gioiello ma non sanno dove trovarlo».

Su uno dei tanti blog che si occupano dell’artista pisano, Tommaso, suo estimatore, scrive: “Manuel, che ho l’onore di conoscere da un paio d’anni, non è solo un capace artigiano e polivalente artista, ma anche una persona curiosa e perennemente alla ricerca di stimoli e di sfide. La sua forza è quella derivante dal lavoro e dalla passione, lontana dall’autocompiacimento che spesso ritroviamo nei creativi dell’ultima ora… Manuel Bozzi è all’inizio di un lungo cammino: seguitelo, perché precederlo sarà difficile!”.

Andrea Lanini per ognisette

 
 
Pisa: Manuel Bozziultima modifica: 2011-11-09T16:25:38+01:00da minobezzi1
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