Firenze: Divino Tuscany

 

In apertura, un bel disclaimer: da queste parti ci piacerebbe aver assaggiato anche solo i fondi di bicchiere di tutto il ben di Dio che sorseggia, normalmente, James Suckling. Ed è chiaro che rosichiamo a paletta, perché Divino Tuscany è una rassegna che possiamo solo sognarci, anzi la guardiamo dall’esterno con la faccia spalmata sul vetro tipo bambini poveri fuori dal ristorante, con dentro i ricchi crapuloni come in una storia dickensiana. Fatta la premessa e parato il didietro (con questo freddo, poi), ecco la notizia: “Torna a Firenze dopo il successo messo a segno nella prima edizione Divino Tuscany, la performance dei grandi vini toscani ideata e organizzata da James Suckling, una delle voci piu’ autorevoli dell’enologia mondiale. All’evento che si svolgera’ dal 17 al 20 maggio partecipano i nomi piu’ blasonati della grande enologia toscana e i loro vini icone riuniti in spazi di nobile eleganza e antico splendore”.

E allora diceva bene Leonardo Romanelli: ha avuto ragione James Suckling. Divino Tuscany si è rivelata un successo, quindi s’ha da rifare. Il ritorno dell’evento oh-so-luxury – vi ricordo che entrare alla fiera costava euri mille e duecento a persona, con buona pace di ogni polemica per il prezzo d’ingresso della fiera di Merano – mi scatena un commento mezzo bolscevico, ma c’è il disclaimer quindi abbiate pazienza. Di questi tempi (signora mia) con la crisi e tutto quanto, una rassegna improntata sul lusso ha senso? Direi di sì: proprio quando aumentano le disparità sociali, e si polarizza la divisione tra sempre-più-ricchi e (nuovi) poveri, serve esattamente una fiera così. Spiace solo che resteremo fuori a guardare dal vetro, eccetera, eccetera.

[Immagini: WineNews.itCarpeDiemClub]

Firenze: Divino Tuscanyultima modifica: 2012-02-05T10:42:46+01:00da minobezzi1
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